martedì 30 novembre 2010

milanese-muffin


sempre sull'onda dell'entusiasmo, domenica mi sono lanciata in un'altra ricettina stravagante scopiazzata da Jamie (Oliver) Il giornale li spaccia per "swedish saffron breakfast buns" In realtà il procedimento è quello super veloce del muffin con in più quel pizzico di "inaspettato" dato dallo zafferano (che rende tutto di un bel giallo sole) ... L'abbinamento zafferano-uvetta mi intrigava parecchio, e devo dire che il risultato non mi ha delusa, anche se il commento dei commensali è stato : " mm... buono... ha un retrogusto di risotto alla milanese che...." :) In effetti ho pensato che l'abbinamento zafferano- dolce potrebbe essere osato anche in un risotto ... beh certo che l'uvetta al posto della "miula" forse mia nonna non me la approverebbe con slancio... però mi stuzzica l'idea...Sia come sia, questo "milanese muffin" non è molto dolce, ma crea assuefazione, e lo dimostra il fatto che questa volta ne ho fatti ben 15 e sono spariti nel giro di 2 gg... (e in casa siamo in 2, mica un esercito ;)) lo so faccio schifo... ma erano in versione mignon.... Vi giro la ricetta originale con modifiche tra parentesi...

MUFFIN UVETTA E ZAFFERANO

 Ingredienti
 Zafferano in pistilli (io ho usato una bustina intera in polvere)
250 ml di buttermilk (non avendolo ho usato dello yogurth intero allungato con 3 cucchiai di panna)
2 bianchi d'uovo
100 gr. di burro sciolto
3 cucchiai da tavola di zucchero (io ho usato quello di canna grezzo)
250 gr di farina (per me di kamut)
mezza bustina di lievito
2 cucchiai da tavola di mandorle tritate (che io non avevo)
una manciata di uvette ammollate

extra zucchero e pistilli di zafferano per la guarnizione

Scaldate il forno a 200 gr. e imburrate 12 stampini per muffin (io 15 di carta piccoli) Pestate lo zafferano (oppure semplicemente estraete la vostra bustina dall'armadietto ;)) e aggiungetelo al buttermilk (yogurth e panna) i bianchi d'uovo e il burro fuso. In una ciotola piuttosto larga mescolate tutti gli altri ingredienti con un pizzico di sale, versate gli ingredienti umidi su quelli asciutti e mescolate piano finchè non sarà amalgamato, ma senza esagerare. Versate una cucchiaiata di questo composto nei vari stampini in modo da riempirli per i 3/4. Ricoprite la superfice con zucchero di canna grezzo e dei pistilli di zafferano (se li avete...). Cuocere in forno per 20 minuti, o finchè non risulteranno dorati e la prova stecchino non sarà ok...

ottimi anche riscaldati il giorno dopo con della marmellata asprigna tipo albicocche o arance :) ... un sentito grazie a Jamie e alla panetteria londinese che ha ispirato questa ricettina

domenica 14 novembre 2010

plum rice pudding...




una delle cose positive del mio viaggio a Copenaghen è stata l'attesa in aereoporto... avendo un po' di tempo da buttare, ho ficcanasato tra gli scaffali dei libri di cucina danesi ... molto interessanti ma la mia conoscenza del danese è pari a 0, quindi sarebbe risultato un acquisto più che impulsivo... :) In compenso l'occhio mi è caduto su un numero solitario di una bella rivista in carta riciclata con in copertina un bel pudding, e miracolo i testi in inglese! ... la rivista è JAMIE e manco a dirlo è stata prontamente sottratta dallo scaffale e imbarcata nel mio bagaglio a mano... Devo ammettere che non conoscevo per niente questo personaggio, anche se da quanto posso intuire dalla sua rivista, si tratta di qualcuno di piuttosto famoso (ohibò che razza di foodie sono? una della domenica a quanto pare... mi limitavo alle varie Nigella, Donna e Martha..) Quello che però mi ha conquistata -oltre alle foto e all'approcio molto british della rivista- sono le idee semplici e veloci che ci sono dentro... 130 ricette da fare in un attimo, tutte piuttosto semplici, ma BUONE (basta leggerne qualcuna per capirlo...)... Io non sono capace di fare foto, e le mie non rendono, ma credetemi questi rice pudding alle prugne sono uno spettacolo... semplici e fragranti, con questa idea di briciole di pane limonose sopra che rendono il tutto croccantino... una delizia...

RICE AND PLUM PUDDING SECONDO JAMIE OLIVER ( e secondo me ;))

Ingredienti:
180 gr. di riso (consigliato Arborio ma io ho usato Roma)
1 bacca di vaniglia
Buccia di 1/2 limone
140 gr. di zucchero (per me zucchero di canna chiaro)
450 ml. di latte (io ho fatto 350 di latte e 100 di panna)
30 gr. di burro (io non l'ho messo)
2 uova
600 gr. di prugne snocciolate
70 gr. di pane grattuggiato
la buccia dell'altro mezzo limone grattuggiata

Mettete il riso in un pentolino con il latte e la panna, la bacca di vaniglia incisa per il lungo, la buccia del mezzo limone, (il burro) e 50 gr. di zucchero. Portate a bollore e lasciate cuocere per 15-20 minuti (io ho fatto 20, perchè al contrario del risotto, penso che il riso nei dolci debba essere morbido). Aggiungete latte se il riso dovesse assorbire troppo liquido e asciugare troppo..A cottura ultimata accendete il forno a 180 gr. e montate i rossi con lo zucchero rimanente. Il composto deve essere bello spumoso quindi procedere per almeno 10 minuti senza barare :). Montate anche i bianchi a neve ferma. Aggiungete una cucchiaiata di bianco ai rossi giusto per stemperare il composto e versare il tutto nel riso cotto.  Mescolare bene con una spatola e aggiungere anche i bianchi motnati a neve, avendo cura di fare movimenti dall'alto verso il basso per non smontare il composto.
Versate il composto di riso in delle cocottine singole o una terrina più grande (circa 6 cocottine piccole o una pirofila da 20), aggiungete le prugne tagliate a dodoni, ricoprite di riso. a parte mescolare il pan grattato con la buccia grattugiata di mezzo limone. Cospargere questo miscuglio su tutto il riso nelle cocottine e mettere in forno per circa un quarto d'ora o finche il pane non sarà bello colorito...


 

venerdì 12 novembre 2010

marmellata-mania


Ho sempre voluto provare a fare la marmellata, ma non c'è mai stata l'occasione... Fino a che non ho trovato 2 ricettine per marmellate "salate" sul sito di lifegate ... Mi intrigava molto l'abbinamento tra un "odore" deciso (il rosmarino o il cardamomo) con sapori meno strutturati.... vabbè mi sembra di parlare come un sommelier... tra poco me ne uscirò con sapori fruttati e il retogusto di albicocca :) .. sia come sia, mi piaceva davvero l'idea di lanciarmi in questa insolita marmellata... e così ho iniziato con fichi e rosmarino... il risultato mi ha così entusiasmata che ho continuato anche con zucca e cardamomo... prossima marmellata in cantiere castagne!
:) per farla breve comunque, queste marmellate sono adattissime ai formaggi e son i salumi (specialmente quella alla zucca che resta un pochino pù fresca :))

La ricettina è scopiazzata (ringrazio sentitamente l'autrice Paola Magni), ma la segno ugualmente per futura memoria... La foto invece ospita un pezzetto di moliterno, che se non avete mai provato, vi consoglio caldamente :)

MARMELLATA DI FICHI E ROSMARINO

1 kg di fichi,
300 g di zucchero di canna integrale (io ne ho usati solo 270 di canna chiaro)
2 rametti di rosmarino
succo di 1 limone

Sbucciare i fichi e tritarli. Versare in una pentola mezzo litro d’acqua con lo zucchero, portare a ebollizione fino ad ottenere uno sciroppo. Aggiungere i fichi, il rosmarino tritato e il succo di limone. Cuocere per circa mezz'ora, mescolando. Fare la prova del piattino per vedere se la marmellata è pronta e se lo è, riempire i vasetti già sterilizzati e asciutti. Chiudere bene e sterilizzare nuovamente in acqua bollente per mezz’ora.

MARMELLATA DI ZUCCA E CARDAMOMO

1 kg di zucca
300 g di zucchero di canna integrale (anche qui ho tagliato a 270 gr. di zucchero di canna chiaro)
scorza di 1 limone
5-6 semi di cardamomo.

Sbucciare la zucca e tagliarla a pezzetti. Metterla in una pentola con 2 bicchieri d'acqua, lo zucchero, i semi di cardamomo ridotti in polvere e la scorza di limone. Cuocere a fiamma bassa mescolando continuamente, fino a quando lo zucchero si sarà sciolto. Continuare a cuocere per circa 40 minuti dopodiché fare la prova del piattino per verificarne la consistenza. Quando sarà pronta, passare al minipimer e invasare subito. Chiudere bene e capovolgere i vasi, avvolgerli in una coperta e lasciar raffreddare completamente. 

Solo 2 annotazioni... la famosa prova del piattino... (penso che quasi tutti sappiano di cosa si tratta, ma lo dico per chi come me è neofita in materia di marmellate) prendete un piattino e mettetelo in frigo il tempo di cuocere la marmellata... quando la marmellata vi sembrerà pronta, prendete fuori il vostro piattino e versateci una goccia di marmellata sopra. Se la marmellata colerà, allora non è ancora pronta, mentre se si rapprenderà subito, potete spegnere il fuoco e invasarla ;) .
Per quanto riguarda la sterilizzazione dei vasetti, io li faccio bollire e scolare su un panno pulito... se qualcuno ha suggerimenti in merito mi faccia sapere... La marmellata è una cosa che mi intriga davvero parecchio, quindi sperimenterò volentieri ogni suggerimento :)



mercoledì 10 novembre 2010

impediamo al seme dell'ignoranza di germogliare con i semi di FINOCCHIO!

Metti un finocchio a cena

Anche se senza una vera ricetta, vorrei aderire anche io all'iniziativa di Gaia e Norma contro L'omofobia.. Il loro spunto scherzoso, mi ha fatto molto pensare e vorrei condividere un ulteriore riflessione... Quello che mi disturba dei commenti del premier, non è tanto l'ignoranza che ne traspare, quanto il fatto che certe affermazioni vengano fatte in pubblico in maniera "ufficiale"... insomma alla fine lui è il nostro rappresentante, quindi le sue opinioni in un certo senso diventano anche le nostre agli occhi del mondo... e questo francamente è deprimente!
Io difendo la libertà d'opinione di tutti, anche del premier e di chi non la pensa come me, quindi se qualcuno non ha particolare amore per un certo tipo di scelte di vita, beh è liberissimo di pensarla come meglio crede nel suo privato,  MA se questo lede la libertà ( o la faccia) altrui diventa una prevaricazione inaccettabile! ecco perchè nel mio piccolo aderisco a questa iniziativa con l'unica cosa finocchiosa che posso concepire , una tisana (che manco ho avuto il tempo di fotografare, ma spero vada bene ugualmente)
Una tisana depurativa che spero aiuti a depurarci anche dalle Sparate di chi non rispetta le scelte altrui e la libertà di essere come meglio si crede :) e speriamo che il seme di finocchio germogli in qualcosa di bello :) anche per questo paese che ormai ha fatto del politically correct una bandiera, ma che è ancora ancorato a vecchi stereotipi e che si nasconde dietro al perbenismo di facciata ma che poi sotto sotto è sempre il solito "zozzone"

TISANA AI SEMI DI FINOCCHIO E ZENZERO

Ingredienti:
1 cucchiaino di semi di finocchio
1 cucchiaino di zenzero grattuggiato
2 foglioline di menta
miele

Spezzetate i semi di finocchio nel mortaio (o pestateli un pochino con un cucchiaio di legno- basta poco). In un pentolino portate a bollore una tazza di acqua. Togliete dal fuoco e aggiungete i semi di finocchio, una grattuggiata di zenzero e la menta. Lasciate in infusione coperto per almeno 5 minuti. Filtrate il tutto versate in una tazza e aggiungete un cucchiaio di miele. questa tisana è ottima per depurare, energizzare e sgonfiare i palloni gonfiati! :) che dite, magari potrebbe aiutare il premier? :P

martedì 9 novembre 2010

di serate uggiose, muscoli da tavola e zuppette


Non mi sono mai dilungata a pensare molto alle mie abitudini alimentari finchè non ho iniziato con il blog...Insomma, quando parli di cibo tutto il giorno inizi anche a farti delle domande su cosa mangi e perchè... Personalmente ho sempre cercato di mangiare consapevolmente cose di qualità, senza ingurgitare schifezze precotte e cercando di utilizzare anche ingredienti inconsueti, visto che sperimentare cose nuove mi piace da matti... Però da quando ho iniziato a scrivere sul blog, mi sono accorta che la tendenza a cercare cose inconsuete, si è molto accentuata... i famosi esperimenti (che a volte sono una cosa postiva, ma non sempre) si sono moltiplicati e, se da un lato la cosa ha il suo fascino, da un altro lato non vorrei incorrere nel rischio di cercare la diversità a tutti i costi (e alla fine scadere nell'uniformazione, visto che oggi il must è "essere diversi") Mi viene in mente quando da piccola giocavo al lupo mangia frutta (mai capitato?) praticamente un gioco dove tutti i giocatori devono pensare a un frutto e raggruppati in un cerchio devono aspettare che il "lupo" chiami a gran voce il nome dei vari frutti cercando di indovinare quello scelto dalle "prede", e in caso venga chiamato quello scelto, uscire dalla zona sicura e cercare di scappare dal lupo... gioco scemo? si... ma il bello era che, per evitare di farsi chiamare, si cercava tutti di scegliere nomi di frutti improbabili, tipo l'avocado (20 anni fa non era mica una cosa diffusa) il melograno (ma sarà poi un frutto?) la papaya, ecc... Dopo le prime partite però proprio questi frutti inconsueti erano i primi a venir scelti, visto che il "lupo " lo freghi una volta ma poi si fa furbo... :) Beh tutto questo pippotto per dire che a volte si cerca l'originalità a tutti i costi e si scade nel banale, o meglio si normalizza la diveristà...
e quindi io vi propongo una cosa che banale sa di banale, visto che usa 3 ingredienti super sfruttati... però nella sua banalità ha un che di confortante che secondo me rende questa zuppetta vincente... E poi quando tornate a casa tardi e fuori fa freddo, non c'è niente di meglio di prepararsi una bella zuppetta decadente... e se la vostra metà si lamenta che tutto quel gorgonzola non fa esattamente bene alla linea... beh rispondetegli che state allenando i vostri muscoli da tavola!
Avendo provato a fare questa zuppa diverse volte, vi proporrò 3 varianti, combinabili a paiacimento a seconda delle possibilità... Classica, veloce e leggera... Poi vedete voi

ZUPPETTA D'ORZO, BROCCOLI PATATE E GORGONZOLA

ingredienti
un broccoletto siciliano
una patata piccola
un mestolo di orzo
brodo vegetale
olio EVO
70 gr. di gorgonzola (o quanto volete voi...)
parmigiano grattuggiato

Pulite il vostro broccolo e tagliate le cimette. Pulite anche la patata e tagliatela a cubetti. In una pentola fate scaldare dell'olio aggiungete uno spicchio d'aglio per insaporire e rosolate il broccolo e la patata a cubetti. Togliete l'aglio e aggiungete subito l'orzo, tostate per 20 secondi e coprite con brodo caldo... Lasciate cuocere a fuoco medio per 25-30 minuti finche la patata non sarà ben cotta e l'orzo ancora leggermente croccante. Mescolate bene e lasciate asciugare un pochino. A questo punto distribuite generosamente dei pezzi di gorgonzola nella zuppa, mescolate mettete il tutto in una pirofila,cospargete di parmigiano grattuggiato. Passate la zuppetta in forno sotto il grill per 3-5 minuti (il tempo di gratinare il formaggio e far sciogliere il gorgonzola...

La versione veloce si fa in pentola a pressione. Mettete tutti gli ingredienti in pentola a pressione e coprite con brodo (in genere poco più del doppio rispetto alla quantità d'orzo). Chiudete il coperchio e al fischio spostate su fiamma bassa per 15 minuti. Tirate fuori e condite con gorgonzola, ultimando con il passaggio in forno a microonde per 2 minuti...il risultato sarà meno croccante ma molto più "fondente" :)

Versione leggera.... (e un po' insapore..) Mettete le verdure e l'orzo in acqua bollente. Lasciate cuocere per 25-30 minuti ( o in pentola a pressione per 15), aggiungete dell'olio a crudo e della crescenza. Terminate con dei crostini croccanti e un pizzico di peperoncino...niente gorgonzola, ma se volete alleggerire il tutto non potete caricare troppo ;)

Con questa ricetta vorrei partecipare anche io al contest di ti cucino così...

lunedì 8 novembre 2010

royal Copenaghen




Ogni coppia si basa su piccoli (o medio-grandi) compromessi... Il compromesso su cui si basa la mia, prevede la gestione separata delle vacanze... Mi spiego meglio, i 6 mesi estivi sono a cura della mia dolce metà, mentre d'inverno sono io a sceglierele destinazioni... :) Potrà sembrare buffo ma visto che d'estate le mete devono prevedere infradito e pantaloncini, almeno d'inverno voglio la possibilità di visitare qualcosa di più "nordico"... e quindi dopo la gita a Stoccolma, ora è toccato a Copenaghen.. Volevo dare giusto qualche istantanea di questa visita che purtroppo è stata un pochino sfortunata, specie sul fronte cibo... Unica consolazione è stata la visita riuscita a un incantevole ristorante danese, il Peder Oxe, dove mi sono fatta una scorpacciata di aringhe marinate nell'aceto con una deliziosa salsina pannosa :)
Per il resto Copenaghen è una citta molto vivace, ma meno nordica del previsto.... rispetto a Stoccolma, la gente mi è sembrata più mitteleuropea, meno rilassata e sicuramente meno bella (non me ne vogliano i danesi, ma gli svedesi hanno una marcia in più ;)) Se vi piacciono il design, i negozi alternativi e le aringhe, copenaghen è il posto che fa per voi durante la settimana... Nel week-end invece è meglio lasciar perdere visto che i negozi chiudono sabato verso le 5 e la domenica non c'è verso di comprare nemmeno una ciotolina dipinta a mano :( ... e se siete arrivati venerdi sera in mega ritardo per colpa di easy jet... beh temo che dovrete fare come  me e rinunciare in larga parte allo shopping alternativo in Norrebro.. Anche il costo medio della vita è piuttosto altino (anche se in confronto a Milano ormai mi sembra tutto a buon mercato...) e poi vabbè, il viaggio vale per le colazioni imperiali a base di cioccolata calda e paste danesi..ops viennesi... una vera delizia!

Qui sopra potete apprezzare uno dei piattini del Peder oXe (foie gras con pere e gelatina d'uva) e, in perfetto stile Andersen, un brutto anatroccolo divenuto cigno :)

giovedì 4 novembre 2010

quella strana polverina bianca....


Qualche anno fa, è arivato sulla mia scrivania un sacchettino anonimo chiuso con uno spago e con dentro della polvere bianca... Abituata a vedere campioni di riso e risone di ogni sorta, la cosa mi ha un po' spiazzata, specie perchè il mio capo, per prendermi in giro, me l'ha presentato come "un regalino dalla Colombia".... :) In effetti all'inizio il mio rapporto con la farina di riso ha preso un pochino la piega della tossicodipendenza. All'epoca, infatti, non era così reperibile come oggi, quindi per garantirmi le "dosi" successive ho dovuto fare grossa opera di convincimento su capo e fornitori ;).... poi per fortuna i prodotti senza glutine si sono diffusi ovunque e ora la mi amata polverina bianca la trovo anche al super!

Il motivo per cui amo la farina di riso, è che rende tutto più fragrante, soprattutto i biscotti. Nel corso degli anni ho provato diverse ricette, ma quella che ancora oggi mi da più soddisfazioni è forse la più semplice...Il risultato sono dei biscottini frollosi adattissimi per il tea delle 5:)

BISCOTTI DI RISO

Ingredienti:
200  gr. di farina di riso
150 gr. di farina 0 (andrebbe usata la 00, ma io l'ho praticamente eliminata dalla dispensa...)
180 gr. di zucchero di canna chiaro
170 gr di burro di ottima qualità
1 uovo intero
3 cucchiai di latte (o acqua come nel mio caso)
mezza bustina di lievito per dolci

Passate al mixer il burro con lo zucchero e le farine setacciate in modo da ottenere un bel briciolame. Mettete il tutto su una spianatoia e aggiungete l'uovo. Iniziata a impastare e cercate di ottenere una palla quanto più omogenea, aiutandovi con i 2 o 3 cucchiai di latte per rendere il tutto meno asciutto. Questo impasto resterà sempre piuttosto "polveroso" e anche ostico da domare... Per non scaldare troppo il burro , il mio consiglio è quello di procedere come per una sfoglia... Mi spiego meglio, dopo aver impastato il tutto grossolanamente e ottenuto una palla, provate a stendere la pasta con un mattarello... all'inizio l'impasto apparirà piuttosto slegato, ma alla 2nda impacchettatura e mattarellatura, la situazione dovrebbe migliorare notevolmente.... per aiutarvi ulteriormente, vi consiglio di mettere della carta forno tra l'impasto e il mattarello..

A questo punto non vi resta che tirare uno strato abbastanza sottile di pasta (circa  3 mm) e tagliare i vostri biscotti con lo stampo che preferite... essendo un impasto un pochino debole, non consiglio forme troppo strane (la giraffa e le orecchie del coniglio sono davvero difficili ... :P) . Cuocere in forno preriscaldato a 170 gradi per 10-12 minuti o finche non saranno dorati.. ecco qui alcune altre formine :)

lunedì 1 novembre 2010

una ricetta d'ispirazione siciliana


A volte ci si ritrova con cose comprate e abbandonate nella credenza per mesi... I motivi sono molteplici, potrei citare l'acquisto compulsivo, la scarsa fantasia o la mancanza di quell'ingredienti lì... che darebbe alla ricetta che vi siete annotati quel qualcosa in più...

La mezza confezione di quinoa acquistata per esperimenti già riportati, mi guardava ormai da settimane in attesa di una svolta... la svolta è arrivata in un pigro pomeriggio in cui proprio non sapevo cosa inventarmi per cena...Mi è venuto in mente che mi era stata proposta una ricetta che prevedeva la quinoa tostata abbinata a uvette e albicocche secche.... Buona! Peccato che ci volevano anche i peperoni, che io proprio non digerisco... ma gli ingredienti si possono modificare a propria scelta no? e allora usiamo le carote, che danno colore ma che risultano molto meno indigeste... Già che siamo in vena di stravolgimenti, per dare sapore io ci metto pure delle acciughe, che con il dolce della frutta secca si sposano a meraviglia... quindi..

QUINOA TOSTATA CON CAROTE E FRUTTA SECCA

Ingredienti:

mezza tazza di quinoa
una tazza di acqua bollente o brodo vegetale
3 acciughe sott'olio
una manciata di uvetta
4 albicocche secche
1 carota grande
olio evo
sale e peperoncino

Sciacquate con cura la quinoa sotto acqua corrente, lasciatela scolare. Mettete a mollo in acqua tiepida le uvette. Tagliate a listarelle le albicocche secche e tenete da parte.Pulite la carota e tagliatela a rondelle abbastanza sottili.
Una volta pronti tutti gli ingredienti, scaldate in una padella antiaderente un cucchiaio di olio, aggiungete le acciughe e lasciatele sciogliere aiutandovi con un cucchiaio di legno. A questo punto aggiungete la quinoa e lasciatela tostare bene. LAsciate che sia il profumo a guidarvi, dovrete sentire un buon profumo di "tostato" senza scadere nel "brucacchiato" :). Completata la tostatura ( circa 1-2 minuti al massimo) aggiungete le carote a rondelle e coprite con l'acqua calda o il brodo, lasciando cuocere a fiamma media e coperto, per almeno 10 minuti. Scolate le uvette e aggiungetele insieme alle albicocche a listarelle. Rimescolate di tanto in tanto ed aggiungete ancora un pochino d'acqua calda se vedrete che il composto sarà troppo asciutto. LA quinoa è pronta quando i chicchi si "sgranano" e viene fuori una specie di "pellicina". Servite il piatto con una spolverata di peperoncino e un goccio do olio extra vergine do oliva. Volendo anche una grattatina di buccia di limone non ci sta male :)... ;'accostamento uvetta-acciughe ha risvegliato in me vaghe reminiscenze sicule, probabilmente anche con 2 pomodorini la ricetta avrebbe  un discreto successo, ma vi assicuro che con le carote non sono state sollevate obiezioni :)