martedì 30 novembre 2010

milanese-muffin


sempre sull'onda dell'entusiasmo, domenica mi sono lanciata in un'altra ricettina stravagante scopiazzata da Jamie (Oliver) Il giornale li spaccia per "swedish saffron breakfast buns" In realtà il procedimento è quello super veloce del muffin con in più quel pizzico di "inaspettato" dato dallo zafferano (che rende tutto di un bel giallo sole) ... L'abbinamento zafferano-uvetta mi intrigava parecchio, e devo dire che il risultato non mi ha delusa, anche se il commento dei commensali è stato : " mm... buono... ha un retrogusto di risotto alla milanese che...." :) In effetti ho pensato che l'abbinamento zafferano- dolce potrebbe essere osato anche in un risotto ... beh certo che l'uvetta al posto della "miula" forse mia nonna non me la approverebbe con slancio... però mi stuzzica l'idea...Sia come sia, questo "milanese muffin" non è molto dolce, ma crea assuefazione, e lo dimostra il fatto che questa volta ne ho fatti ben 15 e sono spariti nel giro di 2 gg... (e in casa siamo in 2, mica un esercito ;)) lo so faccio schifo... ma erano in versione mignon.... Vi giro la ricetta originale con modifiche tra parentesi...

MUFFIN UVETTA E ZAFFERANO

 Ingredienti
 Zafferano in pistilli (io ho usato una bustina intera in polvere)
250 ml di buttermilk (non avendolo ho usato dello yogurth intero allungato con 3 cucchiai di panna)
2 bianchi d'uovo
100 gr. di burro sciolto
3 cucchiai da tavola di zucchero (io ho usato quello di canna grezzo)
250 gr di farina (per me di kamut)
mezza bustina di lievito
2 cucchiai da tavola di mandorle tritate (che io non avevo)
una manciata di uvette ammollate

extra zucchero e pistilli di zafferano per la guarnizione

Scaldate il forno a 200 gr. e imburrate 12 stampini per muffin (io 15 di carta piccoli) Pestate lo zafferano (oppure semplicemente estraete la vostra bustina dall'armadietto ;)) e aggiungetelo al buttermilk (yogurth e panna) i bianchi d'uovo e il burro fuso. In una ciotola piuttosto larga mescolate tutti gli altri ingredienti con un pizzico di sale, versate gli ingredienti umidi su quelli asciutti e mescolate piano finchè non sarà amalgamato, ma senza esagerare. Versate una cucchiaiata di questo composto nei vari stampini in modo da riempirli per i 3/4. Ricoprite la superfice con zucchero di canna grezzo e dei pistilli di zafferano (se li avete...). Cuocere in forno per 20 minuti, o finchè non risulteranno dorati e la prova stecchino non sarà ok...

ottimi anche riscaldati il giorno dopo con della marmellata asprigna tipo albicocche o arance :) ... un sentito grazie a Jamie e alla panetteria londinese che ha ispirato questa ricettina

domenica 14 novembre 2010

plum rice pudding...




una delle cose positive del mio viaggio a Copenaghen è stata l'attesa in aereoporto... avendo un po' di tempo da buttare, ho ficcanasato tra gli scaffali dei libri di cucina danesi ... molto interessanti ma la mia conoscenza del danese è pari a 0, quindi sarebbe risultato un acquisto più che impulsivo... :) In compenso l'occhio mi è caduto su un numero solitario di una bella rivista in carta riciclata con in copertina un bel pudding, e miracolo i testi in inglese! ... la rivista è JAMIE e manco a dirlo è stata prontamente sottratta dallo scaffale e imbarcata nel mio bagaglio a mano... Devo ammettere che non conoscevo per niente questo personaggio, anche se da quanto posso intuire dalla sua rivista, si tratta di qualcuno di piuttosto famoso (ohibò che razza di foodie sono? una della domenica a quanto pare... mi limitavo alle varie Nigella, Donna e Martha..) Quello che però mi ha conquistata -oltre alle foto e all'approcio molto british della rivista- sono le idee semplici e veloci che ci sono dentro... 130 ricette da fare in un attimo, tutte piuttosto semplici, ma BUONE (basta leggerne qualcuna per capirlo...)... Io non sono capace di fare foto, e le mie non rendono, ma credetemi questi rice pudding alle prugne sono uno spettacolo... semplici e fragranti, con questa idea di briciole di pane limonose sopra che rendono il tutto croccantino... una delizia...

RICE AND PLUM PUDDING SECONDO JAMIE OLIVER ( e secondo me ;))

Ingredienti:
180 gr. di riso (consigliato Arborio ma io ho usato Roma)
1 bacca di vaniglia
Buccia di 1/2 limone
140 gr. di zucchero (per me zucchero di canna chiaro)
450 ml. di latte (io ho fatto 350 di latte e 100 di panna)
30 gr. di burro (io non l'ho messo)
2 uova
600 gr. di prugne snocciolate
70 gr. di pane grattuggiato
la buccia dell'altro mezzo limone grattuggiata

Mettete il riso in un pentolino con il latte e la panna, la bacca di vaniglia incisa per il lungo, la buccia del mezzo limone, (il burro) e 50 gr. di zucchero. Portate a bollore e lasciate cuocere per 15-20 minuti (io ho fatto 20, perchè al contrario del risotto, penso che il riso nei dolci debba essere morbido). Aggiungete latte se il riso dovesse assorbire troppo liquido e asciugare troppo..A cottura ultimata accendete il forno a 180 gr. e montate i rossi con lo zucchero rimanente. Il composto deve essere bello spumoso quindi procedere per almeno 10 minuti senza barare :). Montate anche i bianchi a neve ferma. Aggiungete una cucchiaiata di bianco ai rossi giusto per stemperare il composto e versare il tutto nel riso cotto.  Mescolare bene con una spatola e aggiungere anche i bianchi motnati a neve, avendo cura di fare movimenti dall'alto verso il basso per non smontare il composto.
Versate il composto di riso in delle cocottine singole o una terrina più grande (circa 6 cocottine piccole o una pirofila da 20), aggiungete le prugne tagliate a dodoni, ricoprite di riso. a parte mescolare il pan grattato con la buccia grattugiata di mezzo limone. Cospargere questo miscuglio su tutto il riso nelle cocottine e mettere in forno per circa un quarto d'ora o finche il pane non sarà bello colorito...


 

venerdì 12 novembre 2010

marmellata-mania


Ho sempre voluto provare a fare la marmellata, ma non c'è mai stata l'occasione... Fino a che non ho trovato 2 ricettine per marmellate "salate" sul sito di lifegate ... Mi intrigava molto l'abbinamento tra un "odore" deciso (il rosmarino o il cardamomo) con sapori meno strutturati.... vabbè mi sembra di parlare come un sommelier... tra poco me ne uscirò con sapori fruttati e il retogusto di albicocca :) .. sia come sia, mi piaceva davvero l'idea di lanciarmi in questa insolita marmellata... e così ho iniziato con fichi e rosmarino... il risultato mi ha così entusiasmata che ho continuato anche con zucca e cardamomo... prossima marmellata in cantiere castagne!
:) per farla breve comunque, queste marmellate sono adattissime ai formaggi e son i salumi (specialmente quella alla zucca che resta un pochino pù fresca :))

La ricettina è scopiazzata (ringrazio sentitamente l'autrice Paola Magni), ma la segno ugualmente per futura memoria... La foto invece ospita un pezzetto di moliterno, che se non avete mai provato, vi consoglio caldamente :)

MARMELLATA DI FICHI E ROSMARINO

1 kg di fichi,
300 g di zucchero di canna integrale (io ne ho usati solo 270 di canna chiaro)
2 rametti di rosmarino
succo di 1 limone

Sbucciare i fichi e tritarli. Versare in una pentola mezzo litro d’acqua con lo zucchero, portare a ebollizione fino ad ottenere uno sciroppo. Aggiungere i fichi, il rosmarino tritato e il succo di limone. Cuocere per circa mezz'ora, mescolando. Fare la prova del piattino per vedere se la marmellata è pronta e se lo è, riempire i vasetti già sterilizzati e asciutti. Chiudere bene e sterilizzare nuovamente in acqua bollente per mezz’ora.

MARMELLATA DI ZUCCA E CARDAMOMO

1 kg di zucca
300 g di zucchero di canna integrale (anche qui ho tagliato a 270 gr. di zucchero di canna chiaro)
scorza di 1 limone
5-6 semi di cardamomo.

Sbucciare la zucca e tagliarla a pezzetti. Metterla in una pentola con 2 bicchieri d'acqua, lo zucchero, i semi di cardamomo ridotti in polvere e la scorza di limone. Cuocere a fiamma bassa mescolando continuamente, fino a quando lo zucchero si sarà sciolto. Continuare a cuocere per circa 40 minuti dopodiché fare la prova del piattino per verificarne la consistenza. Quando sarà pronta, passare al minipimer e invasare subito. Chiudere bene e capovolgere i vasi, avvolgerli in una coperta e lasciar raffreddare completamente. 

Solo 2 annotazioni... la famosa prova del piattino... (penso che quasi tutti sappiano di cosa si tratta, ma lo dico per chi come me è neofita in materia di marmellate) prendete un piattino e mettetelo in frigo il tempo di cuocere la marmellata... quando la marmellata vi sembrerà pronta, prendete fuori il vostro piattino e versateci una goccia di marmellata sopra. Se la marmellata colerà, allora non è ancora pronta, mentre se si rapprenderà subito, potete spegnere il fuoco e invasarla ;) .
Per quanto riguarda la sterilizzazione dei vasetti, io li faccio bollire e scolare su un panno pulito... se qualcuno ha suggerimenti in merito mi faccia sapere... La marmellata è una cosa che mi intriga davvero parecchio, quindi sperimenterò volentieri ogni suggerimento :)



mercoledì 10 novembre 2010

impediamo al seme dell'ignoranza di germogliare con i semi di FINOCCHIO!

Metti un finocchio a cena

Anche se senza una vera ricetta, vorrei aderire anche io all'iniziativa di Gaia e Norma contro L'omofobia.. Il loro spunto scherzoso, mi ha fatto molto pensare e vorrei condividere un ulteriore riflessione... Quello che mi disturba dei commenti del premier, non è tanto l'ignoranza che ne traspare, quanto il fatto che certe affermazioni vengano fatte in pubblico in maniera "ufficiale"... insomma alla fine lui è il nostro rappresentante, quindi le sue opinioni in un certo senso diventano anche le nostre agli occhi del mondo... e questo francamente è deprimente!
Io difendo la libertà d'opinione di tutti, anche del premier e di chi non la pensa come me, quindi se qualcuno non ha particolare amore per un certo tipo di scelte di vita, beh è liberissimo di pensarla come meglio crede nel suo privato,  MA se questo lede la libertà ( o la faccia) altrui diventa una prevaricazione inaccettabile! ecco perchè nel mio piccolo aderisco a questa iniziativa con l'unica cosa finocchiosa che posso concepire , una tisana (che manco ho avuto il tempo di fotografare, ma spero vada bene ugualmente)
Una tisana depurativa che spero aiuti a depurarci anche dalle Sparate di chi non rispetta le scelte altrui e la libertà di essere come meglio si crede :) e speriamo che il seme di finocchio germogli in qualcosa di bello :) anche per questo paese che ormai ha fatto del politically correct una bandiera, ma che è ancora ancorato a vecchi stereotipi e che si nasconde dietro al perbenismo di facciata ma che poi sotto sotto è sempre il solito "zozzone"

TISANA AI SEMI DI FINOCCHIO E ZENZERO

Ingredienti:
1 cucchiaino di semi di finocchio
1 cucchiaino di zenzero grattuggiato
2 foglioline di menta
miele

Spezzetate i semi di finocchio nel mortaio (o pestateli un pochino con un cucchiaio di legno- basta poco). In un pentolino portate a bollore una tazza di acqua. Togliete dal fuoco e aggiungete i semi di finocchio, una grattuggiata di zenzero e la menta. Lasciate in infusione coperto per almeno 5 minuti. Filtrate il tutto versate in una tazza e aggiungete un cucchiaio di miele. questa tisana è ottima per depurare, energizzare e sgonfiare i palloni gonfiati! :) che dite, magari potrebbe aiutare il premier? :P

martedì 9 novembre 2010

di serate uggiose, muscoli da tavola e zuppette


Non mi sono mai dilungata a pensare molto alle mie abitudini alimentari finchè non ho iniziato con il blog...Insomma, quando parli di cibo tutto il giorno inizi anche a farti delle domande su cosa mangi e perchè... Personalmente ho sempre cercato di mangiare consapevolmente cose di qualità, senza ingurgitare schifezze precotte e cercando di utilizzare anche ingredienti inconsueti, visto che sperimentare cose nuove mi piace da matti... Però da quando ho iniziato a scrivere sul blog, mi sono accorta che la tendenza a cercare cose inconsuete, si è molto accentuata... i famosi esperimenti (che a volte sono una cosa postiva, ma non sempre) si sono moltiplicati e, se da un lato la cosa ha il suo fascino, da un altro lato non vorrei incorrere nel rischio di cercare la diversità a tutti i costi (e alla fine scadere nell'uniformazione, visto che oggi il must è "essere diversi") Mi viene in mente quando da piccola giocavo al lupo mangia frutta (mai capitato?) praticamente un gioco dove tutti i giocatori devono pensare a un frutto e raggruppati in un cerchio devono aspettare che il "lupo" chiami a gran voce il nome dei vari frutti cercando di indovinare quello scelto dalle "prede", e in caso venga chiamato quello scelto, uscire dalla zona sicura e cercare di scappare dal lupo... gioco scemo? si... ma il bello era che, per evitare di farsi chiamare, si cercava tutti di scegliere nomi di frutti improbabili, tipo l'avocado (20 anni fa non era mica una cosa diffusa) il melograno (ma sarà poi un frutto?) la papaya, ecc... Dopo le prime partite però proprio questi frutti inconsueti erano i primi a venir scelti, visto che il "lupo " lo freghi una volta ma poi si fa furbo... :) Beh tutto questo pippotto per dire che a volte si cerca l'originalità a tutti i costi e si scade nel banale, o meglio si normalizza la diveristà...
e quindi io vi propongo una cosa che banale sa di banale, visto che usa 3 ingredienti super sfruttati... però nella sua banalità ha un che di confortante che secondo me rende questa zuppetta vincente... E poi quando tornate a casa tardi e fuori fa freddo, non c'è niente di meglio di prepararsi una bella zuppetta decadente... e se la vostra metà si lamenta che tutto quel gorgonzola non fa esattamente bene alla linea... beh rispondetegli che state allenando i vostri muscoli da tavola!
Avendo provato a fare questa zuppa diverse volte, vi proporrò 3 varianti, combinabili a paiacimento a seconda delle possibilità... Classica, veloce e leggera... Poi vedete voi

ZUPPETTA D'ORZO, BROCCOLI PATATE E GORGONZOLA

ingredienti
un broccoletto siciliano
una patata piccola
un mestolo di orzo
brodo vegetale
olio EVO
70 gr. di gorgonzola (o quanto volete voi...)
parmigiano grattuggiato

Pulite il vostro broccolo e tagliate le cimette. Pulite anche la patata e tagliatela a cubetti. In una pentola fate scaldare dell'olio aggiungete uno spicchio d'aglio per insaporire e rosolate il broccolo e la patata a cubetti. Togliete l'aglio e aggiungete subito l'orzo, tostate per 20 secondi e coprite con brodo caldo... Lasciate cuocere a fuoco medio per 25-30 minuti finche la patata non sarà ben cotta e l'orzo ancora leggermente croccante. Mescolate bene e lasciate asciugare un pochino. A questo punto distribuite generosamente dei pezzi di gorgonzola nella zuppa, mescolate mettete il tutto in una pirofila,cospargete di parmigiano grattuggiato. Passate la zuppetta in forno sotto il grill per 3-5 minuti (il tempo di gratinare il formaggio e far sciogliere il gorgonzola...

La versione veloce si fa in pentola a pressione. Mettete tutti gli ingredienti in pentola a pressione e coprite con brodo (in genere poco più del doppio rispetto alla quantità d'orzo). Chiudete il coperchio e al fischio spostate su fiamma bassa per 15 minuti. Tirate fuori e condite con gorgonzola, ultimando con il passaggio in forno a microonde per 2 minuti...il risultato sarà meno croccante ma molto più "fondente" :)

Versione leggera.... (e un po' insapore..) Mettete le verdure e l'orzo in acqua bollente. Lasciate cuocere per 25-30 minuti ( o in pentola a pressione per 15), aggiungete dell'olio a crudo e della crescenza. Terminate con dei crostini croccanti e un pizzico di peperoncino...niente gorgonzola, ma se volete alleggerire il tutto non potete caricare troppo ;)

Con questa ricetta vorrei partecipare anche io al contest di ti cucino così...

lunedì 8 novembre 2010

royal Copenaghen




Ogni coppia si basa su piccoli (o medio-grandi) compromessi... Il compromesso su cui si basa la mia, prevede la gestione separata delle vacanze... Mi spiego meglio, i 6 mesi estivi sono a cura della mia dolce metà, mentre d'inverno sono io a sceglierele destinazioni... :) Potrà sembrare buffo ma visto che d'estate le mete devono prevedere infradito e pantaloncini, almeno d'inverno voglio la possibilità di visitare qualcosa di più "nordico"... e quindi dopo la gita a Stoccolma, ora è toccato a Copenaghen.. Volevo dare giusto qualche istantanea di questa visita che purtroppo è stata un pochino sfortunata, specie sul fronte cibo... Unica consolazione è stata la visita riuscita a un incantevole ristorante danese, il Peder Oxe, dove mi sono fatta una scorpacciata di aringhe marinate nell'aceto con una deliziosa salsina pannosa :)
Per il resto Copenaghen è una citta molto vivace, ma meno nordica del previsto.... rispetto a Stoccolma, la gente mi è sembrata più mitteleuropea, meno rilassata e sicuramente meno bella (non me ne vogliano i danesi, ma gli svedesi hanno una marcia in più ;)) Se vi piacciono il design, i negozi alternativi e le aringhe, copenaghen è il posto che fa per voi durante la settimana... Nel week-end invece è meglio lasciar perdere visto che i negozi chiudono sabato verso le 5 e la domenica non c'è verso di comprare nemmeno una ciotolina dipinta a mano :( ... e se siete arrivati venerdi sera in mega ritardo per colpa di easy jet... beh temo che dovrete fare come  me e rinunciare in larga parte allo shopping alternativo in Norrebro.. Anche il costo medio della vita è piuttosto altino (anche se in confronto a Milano ormai mi sembra tutto a buon mercato...) e poi vabbè, il viaggio vale per le colazioni imperiali a base di cioccolata calda e paste danesi..ops viennesi... una vera delizia!

Qui sopra potete apprezzare uno dei piattini del Peder oXe (foie gras con pere e gelatina d'uva) e, in perfetto stile Andersen, un brutto anatroccolo divenuto cigno :)

giovedì 4 novembre 2010

quella strana polverina bianca....


Qualche anno fa, è arivato sulla mia scrivania un sacchettino anonimo chiuso con uno spago e con dentro della polvere bianca... Abituata a vedere campioni di riso e risone di ogni sorta, la cosa mi ha un po' spiazzata, specie perchè il mio capo, per prendermi in giro, me l'ha presentato come "un regalino dalla Colombia".... :) In effetti all'inizio il mio rapporto con la farina di riso ha preso un pochino la piega della tossicodipendenza. All'epoca, infatti, non era così reperibile come oggi, quindi per garantirmi le "dosi" successive ho dovuto fare grossa opera di convincimento su capo e fornitori ;).... poi per fortuna i prodotti senza glutine si sono diffusi ovunque e ora la mi amata polverina bianca la trovo anche al super!

Il motivo per cui amo la farina di riso, è che rende tutto più fragrante, soprattutto i biscotti. Nel corso degli anni ho provato diverse ricette, ma quella che ancora oggi mi da più soddisfazioni è forse la più semplice...Il risultato sono dei biscottini frollosi adattissimi per il tea delle 5:)

BISCOTTI DI RISO

Ingredienti:
200  gr. di farina di riso
150 gr. di farina 0 (andrebbe usata la 00, ma io l'ho praticamente eliminata dalla dispensa...)
180 gr. di zucchero di canna chiaro
170 gr di burro di ottima qualità
1 uovo intero
3 cucchiai di latte (o acqua come nel mio caso)
mezza bustina di lievito per dolci

Passate al mixer il burro con lo zucchero e le farine setacciate in modo da ottenere un bel briciolame. Mettete il tutto su una spianatoia e aggiungete l'uovo. Iniziata a impastare e cercate di ottenere una palla quanto più omogenea, aiutandovi con i 2 o 3 cucchiai di latte per rendere il tutto meno asciutto. Questo impasto resterà sempre piuttosto "polveroso" e anche ostico da domare... Per non scaldare troppo il burro , il mio consiglio è quello di procedere come per una sfoglia... Mi spiego meglio, dopo aver impastato il tutto grossolanamente e ottenuto una palla, provate a stendere la pasta con un mattarello... all'inizio l'impasto apparirà piuttosto slegato, ma alla 2nda impacchettatura e mattarellatura, la situazione dovrebbe migliorare notevolmente.... per aiutarvi ulteriormente, vi consiglio di mettere della carta forno tra l'impasto e il mattarello..

A questo punto non vi resta che tirare uno strato abbastanza sottile di pasta (circa  3 mm) e tagliare i vostri biscotti con lo stampo che preferite... essendo un impasto un pochino debole, non consiglio forme troppo strane (la giraffa e le orecchie del coniglio sono davvero difficili ... :P) . Cuocere in forno preriscaldato a 170 gradi per 10-12 minuti o finche non saranno dorati.. ecco qui alcune altre formine :)

lunedì 1 novembre 2010

una ricetta d'ispirazione siciliana


A volte ci si ritrova con cose comprate e abbandonate nella credenza per mesi... I motivi sono molteplici, potrei citare l'acquisto compulsivo, la scarsa fantasia o la mancanza di quell'ingredienti lì... che darebbe alla ricetta che vi siete annotati quel qualcosa in più...

La mezza confezione di quinoa acquistata per esperimenti già riportati, mi guardava ormai da settimane in attesa di una svolta... la svolta è arrivata in un pigro pomeriggio in cui proprio non sapevo cosa inventarmi per cena...Mi è venuto in mente che mi era stata proposta una ricetta che prevedeva la quinoa tostata abbinata a uvette e albicocche secche.... Buona! Peccato che ci volevano anche i peperoni, che io proprio non digerisco... ma gli ingredienti si possono modificare a propria scelta no? e allora usiamo le carote, che danno colore ma che risultano molto meno indigeste... Già che siamo in vena di stravolgimenti, per dare sapore io ci metto pure delle acciughe, che con il dolce della frutta secca si sposano a meraviglia... quindi..

QUINOA TOSTATA CON CAROTE E FRUTTA SECCA

Ingredienti:

mezza tazza di quinoa
una tazza di acqua bollente o brodo vegetale
3 acciughe sott'olio
una manciata di uvetta
4 albicocche secche
1 carota grande
olio evo
sale e peperoncino

Sciacquate con cura la quinoa sotto acqua corrente, lasciatela scolare. Mettete a mollo in acqua tiepida le uvette. Tagliate a listarelle le albicocche secche e tenete da parte.Pulite la carota e tagliatela a rondelle abbastanza sottili.
Una volta pronti tutti gli ingredienti, scaldate in una padella antiaderente un cucchiaio di olio, aggiungete le acciughe e lasciatele sciogliere aiutandovi con un cucchiaio di legno. A questo punto aggiungete la quinoa e lasciatela tostare bene. LAsciate che sia il profumo a guidarvi, dovrete sentire un buon profumo di "tostato" senza scadere nel "brucacchiato" :). Completata la tostatura ( circa 1-2 minuti al massimo) aggiungete le carote a rondelle e coprite con l'acqua calda o il brodo, lasciando cuocere a fiamma media e coperto, per almeno 10 minuti. Scolate le uvette e aggiungetele insieme alle albicocche a listarelle. Rimescolate di tanto in tanto ed aggiungete ancora un pochino d'acqua calda se vedrete che il composto sarà troppo asciutto. LA quinoa è pronta quando i chicchi si "sgranano" e viene fuori una specie di "pellicina". Servite il piatto con una spolverata di peperoncino e un goccio do olio extra vergine do oliva. Volendo anche una grattatina di buccia di limone non ci sta male :)... ;'accostamento uvetta-acciughe ha risvegliato in me vaghe reminiscenze sicule, probabilmente anche con 2 pomodorini la ricetta avrebbe  un discreto successo, ma vi assicuro che con le carote non sono state sollevate obiezioni :)

sabato 9 ottobre 2010

Omogeinizza che ti passa ...


Fortunatamente il mal di stomaco sta passando e con lui anche la voglia di pappette e riso in bianco... però in questi giorni ho dovuto far di necessità virtù, e quindi mi sono scervellata su come rendere gustoso un semplice passato di verdura (con la frutta è più facile...) senza aggiungere spezie o grassi.... quindi : vellutate addio, impossibile fare un roux quando la sola idea del burro mi è indigesta... brodini ... uff. i brodini fanno così tanto clima ospedaliero... Proviamo con i frullati... però anche un frullato di carota lessa non è che sia il top della gamma :( ... Ma io cara carota, mo ti concio per le feste... ti metto a bollire con un po' di wakame (l'alga  della zuppa di miso per intenderci) ci metto pure una patata (per dare un pochino di consistenza) e poi ... beh non posso usare spezie e allora io provo con i pinoli, che con le carote stanno bene... ah però i pinoli sono finiti... uff... e perchè non il sesamo?! Vada per il sesamo... ma non semplice, noooooooooo, lo voglio tostare un pochino, così almeno mi illudo che sia qualcosa di sfizioso... :)

PASSATO DI CAROTE E PATATA CON WAKAME E SESAMO TOSTATO

Ingredienti:

3 carote
1 patata media
2 o 3 foglie di alga wakame
3 cucchiai di sesamo
olio EVO

Lavate e pelate carote e patata. Mettete da parte le bucce che si può sempre fare qualcosa di utile (guardate qui ) Mettere a bollire  mezzo litro di acqua salata e aggiungete le carote , la patata tagliata a tocchetti e l'alga. Lasciar bollire finchè carote e patata non saranno morbide (testate con una forchetta che anche l'interno sia tenero) e togliere dal fuoco. Frullare il tutto con il minipimer (si, io ho frullato anche l'alga, ma volendo si può togliere, anche se fa bene, anzi benissimo, visto che è considerata un gastroprotettore ed è ricchissima di vitamine, magnesio e calcio. Soprattutto per le donne, le alghe sono una fonte "sana" di calcio, visto che non contengono grassi e proteine animali, come i latticini- lo so che sembra un controsenso, visto che i latticini sono considerati la fonte di calcio per eccellenza, in verità latte e formaggi, soprattutto se stagionati, sono  un non-apporto, perchè il nostro organismo per smaltire le proteine animali e i grassi assunti, deve prelevare calcio dalle ossa e quindi il ritorno in termini di costi-benefici è minimo) e lasciate da parte. In un padellino basso fate tostare il sesamo, senza farlo però bruciare (a quel punto sarebbe indigesto). Servire questo passato piuttosto denso con un filo di olio EVO messo a crudo e il sesamo tostato sparso sopra... Un vero concentrato di vitamine e sali minerali... Un modo diverso per mangiare qualcosa che possa farci stare bene, senza però essere necessariamente triste..

mercoledì 6 ottobre 2010

quando non si può mangiare niente...


è autunno ...  e cadono le foglie? ... no, no... peggiorano i problemi allo stomaco... e chi mangia, come un maiale, qualsiasi cosa unta e bisunta (possibilmente intinta nel cioccolato, che non si sbaglia mai) prima o poi paga... e quindi, visto che per me è arrivato il momento di pagare, sono a stecchetto da una settimana, mangiando pappine (prossimo post, dedicato alle pappine :)) e riso bollito.. però si arriva a un punto in cui la voglia di dolce diventa impellente e non si può proprio resistere... ma come si fa? mica si può star male per la golosità (o si?... beh però male male, no...) e allora vado a vedere qui, alla ricerca di qualcosa che possa soddisfare la mia golosità senza uccidere il mio stomaco... ed ecco la risposta... un muffin con dentro apparentemente nulla, ma che vi assicuro regala una "dolcino" davvero buono e una colazione ottima (e per una volta sono riuscita a far fare una colazione sana anche a "quello là", che di cose sane ne mangia davvero poche :P)... Unico inconveniente? Ho voluto dimezzare le dosi indicate per non avere la casa invasa da muffin (sono talmente buoni che me ne sono pentita amaramente) quindi ho dimezzato le dosi e provato ad aggiungere la Maizena alla farina 0... peccato che mi sa che ho ecceduto con la banana, e soprattutto ho messo poco lievito... l'impasto in effetti è abbastanza pesante e penso ci voglia un pizzico di lievito in più per farlo salire a dovere... Fortunatamente le mie muffin-tortine sono morbidose il giusto e anche se non hanno lievitato tanto, sono comunque consigliate... Visto il successo della ricetta, ripeterò fino a trovare il giusto metodo... forse basta anche solo usare gli stampini giusti, visto che i miei erano piuttosto grandi... Comunque posto la ricetta, perchè chiunque si voglia cimentare, almeno può farmi sapere il risultato

MUFFIN AI MIRTILLI

Ingredienti:
70 gr. di farina 0
30 gr di amido di mais
50 gr di zucchero di canna chiaro
90 gr. di yogurth bianco intero
mezza banana
50 gr di mirtilli
35 gr. di burro
mezza bustina di lievito per dolci (la ricetta originale prevedeva cremor tartaro)
la buccia grattuggiata di un limone

Lasciare il burro fuori dal frigo finchè sarà morbido. Lavorare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema morbida e spumosa. Aggiungete la banana tagliata a tocchetti e continuate a lavorare con le fruste. Aggiungete infine lo yogurth e la buccia grattuggiata del limone. A questo punto setacciate la farina con il lievito e l'amido di mais e aggiungete il tutto al  composto liquido. Mescolate in modo da far assorbire la farina, fino ad ottenere un "coso" piuttosto grumoso e consistente. Aggiungete pian piano i mirtilli, mescolando senza spappolarli :). Versate il composto  negli stampini da muffin ( fino ai 2/3 dello stampino - io ne ho sato uno medio-grande e forse era fin troppo) e cuocete in forno caldo a 180 gradi per una mezz'oretta, o finche l'impasto sarà ben cotto anche alla prova stecchino.

Ci vogliono solo 15 minuti di lavoro+ il tempo per la cottura e avrete un dolcino sano e gustoso... vale ancora la pena comprare le merendine? Io direi proprio di no ;)

giovedì 30 settembre 2010

un "classico" che non passa mai di moda..


Ci sono delle cose che non passano mai di moda ... cose che da qualunque parte le osservi, o le annusi o le mangi sono sempre attuali... beh penso che il Tiramisù sia il dolce più classico in assoluto, quello che tutti provano a fare e che va sempre bene in quasi tutte le sue infinite varianti...
Come tutti i classici, le rivisitazioni sono infinite ed è sempre bello sperimentare... però a volte è bello tornare semplicemente alle origini e ritentare la ricetta per quello che è... o che almeno è sempre stato a casa mia...
E quindi oggi per festeggiare un compleanno da ufficio, ho deciso di provare quello che è il dolce forse più inflazionato ma pur sempre soddisfacente.... ricetta come da istruzioni materne

TIRAMISU'

Ingredienti

250 gr. di mascarpone
2 tuorli + 2 albumi
60 gr. di zucchero
2 o 3 cucchiai di marsala a seconda del gusto (o brandy come nel mio caso)
2 tazzine di caffè amaro
1 confezione di savoiardi
cacao in polvere per guarnire la superfice

separare i tuorli dagli albumi e montate gli albumi a neve ferma. In una ciotola capiente montate anche i tuorli con lo zucchero (il composto deve diventare spumoso, quindi insistete per almeno 5 min. :)) e aggiungete il mascarpone, mescolare con le fruste fino a completo assorbimento e aggiungere il marsala. Incorporate gli albumi al composto utilizzando una spatola ed avendo cura di non smontare il composto.
A questo punto preparate il caffè e lasciatelo raffreddare. Versate il caffè in un piatto e aggiungete 2 cucchiai di acqua fredda. Inzuppate leggermente i vostri savoiardi ( senza esagerare, tanto il biscotto assorbirà comunque molti liquidi una volta aggiunta la crema) e disponeteli in una pirofila. Coprite generosamente con la crema di mascarpone, fate un altro strato di biscotti inzuppati e uno di crema. Avanti così finche non avrete riempito la pirofila (o finita la crema :P). Ponete in frigo a rassodare e al momento di servire spolverate con abbondante cacao amaro, passandolo da un setaccio o colino a maglie fitte...

Uno dei dolci più libidinosi e coccolosi di sempre... un classico intramontabile... lo chanel n.5 o il via col vento dei dolci... :)

Auguri di nuovo a chi incrementa la sua età di  un 2% (o era il 3%)  e bon appetit!

mercoledì 29 settembre 2010

di pere, ricotta e nocciole ...



Questo post più che alla ricetta in sè, vuole essere lo spunto per alcune considerazioni ... anche perchè la ricetta è stata presa pari pari da qui con solo delle leggerissime modifiche... nulla da dire sul procedimento, spiegato in maniera magistrale da chi è competente davvero e non da una pasticciona come me... però ho tratto delle lezioncine che magari potrebbero tornare utili anche a chi come me, fa della cucina un'arte molto duttile e basata sull'estro del momento...
Considerazione numero 1 - la potenza senza il controllo è niente... citazioni pubblicitarie a parte, inizio a pensare che fare dolci con n.1 spatola, un minipimer, un forno elettrico a metà tra un micro e un forno tradizionale e un piano di appoggio di circa 50 cm x 60 , sia davvero un'impresa degna di nota (non per autolodarmi veh, solo per iniziare una lunga apologia della torta...). Morale: senza gli attrezzi necessari anche il migliore dei cuochi non può aspettarsi risultati patinati da copertina...e visto che io non sono nemmeno lontanamento una cuoca...  ho già detto tutto :))))
2- se ti danno una ricetta per uno stampo da 22 cm... beh, usa uno stampo da 22! ... e non come me che ne usi uno da 24 e ti viene una torta bassetta e senza proporzioni tra larghezza e altezza...
3- se non hai un ingrediente, a volte va bene modificare le cose con quel che c'è, ma il dolce non sarà più lo stesso, e no, il rhum non è uguale al distillato alle pere (anche se rhum e pera sono un gran classico da chupito :))
4- se non hai una macchina digitale professionale, almeno stira la tovaglietta su cui fai le foto prima di scattare (essere di corsa non è una scusa buona)

Insomma, preambolo a parte posso dire che la ricetta in sè  è perfetta (non è mia ovviamente), i difetti sopraelencati sono stati ampiamente ignorati dai commensali e la mia soddisfazione è stata grande nello sfornare un biscuit alle nocciole davvero profumato... mi sa che ripeterò la preparazione ancora molte volte :) !

per quanto riguarda la ricetta, mi rifaccio a lei con l'aggiunta delle piccole modifiche che ho fatto, più per mancanza di ingredienti che per spirito innovatore :P

TORTA RICOTTA E PERE

Ingredienti per la base 

65 g di zucchero 
3 uova medie 
60 g di nocciole intere tostate + 30 gr di mandorle intere tostate (non avevo 90 gr. di nocciole...)
30 g di farina 0
50 g di burro fuso (per me nel micro)

Ingredienti per la farcia
400 gr. di ricotta
150 gr. di succhero
150 gr. di panna
1 bacca di vaniglia (semini)

Ingredienti per la farcia alle pere
175 gr. di pere pulite (per me una decana molto soda)
50 gr. di zucchero (io ho messo solo un cucchiaio)
10 gr. di distillato di pere (io ho messo 2 cucchiai di rhum arrivato direttamente da Cuba)
3 gr. di amido di mais (io ho ne usato un cucchiaio)
il succo di 1/2 limone

la ricetta originale prevedeva anche una bagna alle pere che io non ho fatto...

In una ciotola capiente montare le uova intere con lo zucchero. Dovrete avere pazienza e procedere per almeno 15 minuti, visto che il composto deve triplicare.. Nel frattempo passate nel mixer le nocciole (e le mandorle) insieme alla farina e sciogliete il burro a bagnomaria (o nel microonde come me). Quando il composto di uova e zucchero sarà bello spumoso, aggiungete poco per volta la farina di nocciole, avendo cura di fare movimenti delicati per non smontare il tutto. Una volta ben amalgamato, aggiungete il burro fuso e ormai freddino, facendo molta attenzione a non compromettere il tutto ;)
Versate metà del composto in uno stampo da 22 (o in uno da 24 per una torta più bassetta...) e cuocete in forno caldo a 180 per 10-15 minuti. Ripetete l'operazione con l'altra metà del composto.

Una volta pronte le basi e messe a raffreddare su una gratella, preparate la farcia. Io ho fatto prima quella di ricotta ma mi sono pentita, visto che quella di pere deve raffreddare e quindi facendola dopo mi sono ritrovata con un bel tempo morto... partendo da questa invece si ha la possibilità di mettere tutto a riposo mentre si prepara la farcia alla ricotta (astuto, eh?)... comunque... prendete una pera piuttosto soda, sbucciatela e pesatene 175 gr. Tagliate il tutto a tocchetti e passateli in padella con lo zucchero, il succo del mezzo limone e un goccino di OLIO extra vergine di oliva. Quando la pera inizierà a rilasciare liquidi, aggiungete l'amido di mais e fate addensare per 2 minuti. Sfumate con la base alcolica da voi prescelta (il rhum non sta affatto male... ;))  e togliete dal fuoco. Mettete da parte a raffreddare.
Preparate quindi la farcia nr. 2, montando la ricotta con lo zucchero per almeno 5 minuti. Aggiungete i semini di una bacca di vaniglia e mescolate ancora. Montate infine la panna fresca a neve FERMA e aggiungetela alla ricotta con una spatola, facendo movimenti circolari per non smontare il tutto (mi dicono che questa sia la tecnica giusta... in effetti per ora non mi si è mai ammosciato nessun composto :)).

Ora potrete comporre il dolce così: 1 strato di biscuit alle nocciole, la farcia di ricotta spatolata e livellata in cui andranno inseriti i pezzettini di pera raffreddati, altro biscuit alla nocciola. Se avete un cerchio da pasticceria avete tutta la mia invidia ;)... io ho usato un banalissimo stampo a cerniera rivestito di carta forno..

Mettete il dolce in freezer per un paio d'ore  e poi lasciate in frigo fino al momento di servire (ovviamente se dovete servire dopo 2 ore, riducete il tempo del freezer :)))

giovedì 23 settembre 2010

l'uovo di.... patmos per note di cioccolato


Io e le uova non abbiamo mai avuto un grande rapporto però quando ho visto la raccolta di Federica, non ho saputo resistere e per omaggiare una blogger davvero gentile e BRAVA ho cercato di superare la mia riluttanza..
Questa ricetta, che come al solito è facile, veloce e si sporcano solo 2 cose e una forchetta :)  mi è venuta in mente al mio rientro dalle vacanze. Galeotta è stata la vacanza in Grecia, dove ho assaggiato la torta al formaggio dell'isola di Patmos... volevo riprodurla anche a casa ma non sono riuscita a trovare la ricetta da nessuna parte... e allora ho improvvisato... la ricetta è a metà tra una frittata, un souffle e una torta salata... spero che possa andare bene per partecipare alla raccolta di Federica...intanto metto la ricetta

UOVA IN PASTA CON FETA E PECORINO

Per la pasta, ho usato la mia solita pasta di kamut che ho postato qui  ma ho dimezzato le dosi per fare 3 tortine. Foderate degli stampini tipo muffin e cuocete in forno a 180 gradi per circa 10 minuti

Per il ripieno

80 gr di pecorino
40 gr. di feta
2 uova grandi
pepe

Nel robot da cucina ho tritato il pecorino e poi la feta (fatelo in 2 momenti diversi, visto che la feta resta piuttosto umida). In una ciotola rompete le 2 uova e sbattetele con una forchetta. Aggiungete i 2 formaggi grattuggiati e amalgamate bene. Tirate fuori dal forno i gusci di pasta di kamut, versate il composto di uova e formaggio fino ad arrivare quasi al bordo e infornate per altri 30 min. in forno a 160 gradi o finchè la parte di uova e formaggio non avrà assunto un bel colore dorato e sarà gonfiata fin quasi al raddoppio...

Calde sono buone, ma fredde sono ancora meglio!

con questa ricetta spero di poter partecipare alla raccolta di federica



martedì 21 settembre 2010

ma dai, non fare il salame!!!!!!


Girovagando tra i blog ho visto che la mania dell'insaccato dilaga... anche il fai da te è diffuso e la curiosità di provare è diventata quindi fortissima.... Se devo essere sincera, non impazzisco per i salumi, però quando ho visto questo ho pensato che mi sarebbe piaciuto provare... il problema è che io e la carne di maiale non andiamo molto d'accordo.... Però si sa, le vie del salume sono infinite e, quando ho trovato un petto d'anatra invitante , l'idea è venuta da sè.... e quindi al posto del lonzino, ho preparato un prosciuttino d'anatra speziato...Il procedimento è lo stesso trovato da Sigrid, con qualche variante per la stagionatura... A casa mia hanno molto apprezzato :) ... scusate per la foto che non rende davvero giustizia...


PROSCIUTTINO DI ANATRA SPEZIATO


Ingredienti

1 petto d'anatra pulito e privo di pelle

300 gr. di sale fino

500 gr. di zucchero

trito di erbe assortite (timo, salvia, rosmarino, dragoncello e maggiorana)


Pulite perfettamente il petto di anatra, eliminando tutti i residui di pelle e grasso. Lavate ed asciugate con della carta assorbente. In un contenitore piuttosto profondo, versate una parte di sale e zucchero, adagiate il vostro petto di anatra e ricoprite con il sale e zucchero rimanenti. Mettete in frigo e lasciate riposare per almeno 3 gg. Passati 3 gg, togliete il petto d'anatra dal sale, sciacquate e asciugate con cuura la superfice in modo da togliere tutti i residui di sale e zucchero e "impanate" il tutto nel trito di erbe... Avvolgete in carta assorbente asciutta e riponete in frigo per 7 gg. PAssati questi 7 gg, cambiate la carta assorbente (che deve comunque rimanere asciutta lungo tutto il processo, quindi se si bagna nei 7 gg di frigo, cambiatela) e ponete il vostro prosciuttino in luogo fresco e asciutto (cantina o similari) per ulteriore stagionatura... ovviamente se riuscite a non finirlo tutto appena pronto! :)

giovedì 16 settembre 2010

le coincidenze che fanno la felicità



una volta ho letto in un libro in cui il protagonista rifletteva sulla casualità e su come l'uomo abbia sempre cercato di trovare uno schema tra le coincidenze, una sorta di "traccia" da seguire per dare un senso alle cose che capitano...mi è piaciuta molto l'idea, il fatto che qualcuno possa "costruirci una vita su quelle coincidenze" ... io in genere ci costruisco solo dei piatti :) anche se più che di coincidenze in genere si tratta di pigrizia nell'andare a fare la spesa, di tentativo di non buttare ingredienti presi in quelle rare spese che faccio... insomma uno fa del suo meglio con quel che ha, giusto?

Quello che avevo stasera era 1 pezzo di zucca regalatomi da mia madre e una fettina di gorgonzola comprata per golosità... Visto il clima triste e già freddino ho pensato a un bel piatto autunnale e confortante, con i colori del sole... et voilà un bel risottino pronto per essere impiattato..

RISOTTO ZUCCA E GORGONZOLA

riso carnaroli 3 mestoli
zucca pulita 300 gr. circa
una fettina di gorgonzola (circa 80 gr.)
brodo 1 lt
mezza cipolla bionda
vino bianco per sfumare
sale

Pulite la zucca e tagliatela a dadoni. Affettate la cipolla e in una pentola piuttosto fonda scaldate un cucchiaio di olio EVO. Fate imbiondire la cipolla e aggiungete i dadoni di zucca. Lasciate rosolare la zucca per 2 minuti e poi aggiungete del brodo caldo, coprite e lasciate stufare per una decina di minuti, avendo cura di aggiungere del brodo in caso la zucca si asciughi troppo. Quando la consistenza della zucca sarà morbida (ma non spatascenta....) aggiungete il riso nella pentola e fatelo tostare, sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e aggiungete del brodo.. Nel frattempo tagliate il gorgonzola a fettine e quando mancheranno circa 2 minuti alla fine cottura, mantecate il riso con il gorgonzola e rimestate fino a completo scioglimento.
... Una goduria :)

sabato 11 settembre 2010

la tartelletta che vien dalla campagna...


Qualche sera fa siamo stati invitati a cena dalla sorella del mio ragazzo per il suo compleanno. Premetto che dovrebbe aprirlo lei un blog di cucina, visto cosa non tira fuori da quella cucina, ma a parte questo mi da sempre delle ottime idee... uno degli antipasti che ci ha proposto, consisteva in un tortino con ceci, fagioli neri e trota salmonata... una cosa buonissima davvero ed inaspettata vsto che non impazzisco ne per ceci ne per fagioli... beh mi è piaciuta tanto che l'altra sera avevo davvero voglia di ricrearla, ma ovviamente in casa non avevo nessuno degli ingredienti ne tantomeno la ricetta... e così ne ho fatta una versione completamente diversa, che non ricorda nemmeno lontanamente l'originale se non per l'idea della "tartelletta-contenitore"... questa la mia versione :

TARTELLETTA DI FARINA DI KAMUT CON SOIA EDAMAME, TONNO E PECORINO ROMANO


Ingredienti per la pasta

120 gr di farina di kamut

60 gr di farina 0

5 cucchiai di olio

8 cucchiai di acqua

sale


Ingredienti per il ripieno

1 confezione di fagioli di soia edamame surgelati

1 scatoletta di tonno

pecorino romano grattuggiato

olio extra vergine di oliva


La ricetta di questo impasto l'ho trovata sulla confezione della farina di kamut "Molino Rossetto" e l'ho subito provata... è molto friabile e gustosa, la consiglio anche nella versione dolce :)

Comunque prendete le 2 farine, setacciatele in una ciotola e aggiungete l'olio. Mescolate brevemente e aggiungete l'acqua e il sale. Impastate fino ad ottenere una palla liscia e lasciate riposare. Nel frattempo scaldate 2 cucchiai di olio EVO in padella e fata saltare i fagioli di soia. A cottura quasi ultimata aggiungete il tonno togliete dal fuoco. Dividere la pasta in 4 e foderare 4 stampini per crostatine foderati di carta forno. Cuocete le formine in forno caldo a 170 gradi per circa 30 min o a perfetta doratura. Sfornate le vostre crostatine, riempitele con la soia e il tonno e spolverate il tutto con abbondante pecorino romano grattuggiato.


Queste tartellette sono buone tiepide ma anche fredde, il giorno dopo, restano una delizia...


Per quanto riguarda il tonno... so che Greenpeace ha sconsigliato di farne uso, visto le problematiche legate alla pesca e allo sfruttamento dei mari, detto ciò, io ammetto la mia assoluta dipendenza dall'amata scatoletta... adoro il tonno e detonnizzare la mia cucina è davvero difficile... e quindi consiglio di utilizzare solo quelle marche che greenpeace semipromuove (visto che nessuna marca ha ancora ottenuto la promozione) e cercare di consumare questo prodotto responsabilmente... Date un'occhiata alla classifica dei rompiscatole per maggiori informazioni...

giovedì 9 settembre 2010

addio all'estate ...


DI rientro dalle vacanze cosa trovo ad aspettarmi? Un clima novembrino, la visita dal dentista e un bel po' di problemi sul lavoro... ottimo direi...Si sposa a meraviglia con il libro di Bradbury a cui mi sono ispirata per il titolo di questo post... Giusto per non scoraggiarmi avevo pensato di farmi dei bei calamari ripieni ieri, ma poi il dentista ha deciso che era ora di togliere un microframmento di dente che era rimasto lì, non si sa bene perchè, dopo un estrazione... Al momento dei saluti mi guarda allegra e mi fa " mi raccomando niente cibi caldi per le prossime 12 ore" ... addio ai miei bei calamari in padella ... e allora che mi improvviso per la pausa pranzo iper veloce?
Beh, giusto perchè non c'è mai limite al peggio, in casa ovviamente non c'è nulla a parte cose da cucinare e consumare calde... (insomma rientrando da 2 settimane di Grecia uno deve ben acclimatarsi e fare il giro di saluti ad amici e parenti, no? e allora tra una cena qua. e un aperitivo la, la spesa si può anche rimandare....)
uff.... però aspetta, un bel pomodoro rosso mi occhieggia dal frigo e c'è anche quel bel vasetto di pesto che ho comprato in liguria... e quindi...

POMODORO RIPIENO DI RISO BASMATI AL PESTO

Ingredienti:
riso basmati cotto e raffreddato (circa 4 cucchiai colmi o a seconda della dimesione del pomodoro)
pesto q.b.
un pomodoro

questa è una non ricetta da fare in 5 minuti, il risultato però è allegro e colorato (e sicuramente qualcuno ci avrà già pensato, ma che io sappia nessuno ha pensato di divulgare un'idea così banale...) prendete il pomodoro, scavate via l'interno e riempitelo con il riso basmati a cui avrete aggiunto il pesto A FREDDO. Guarnite con una fogliolina di basilico e un filo di olio buono ... Il pranzo a prova di dentista è servito :)

martedì 17 agosto 2010

un risotto delicato


In questi giorni piuttosto freddini, l'idea di mangiare risotto non è poi così fuori dal mondo, ecco dunque una ricettina veloce veloce per un risotto davvero delicato..L'idea di questo abbinamento mi è venuta mangiando l'hot roll, un rotolo giappo fritto in tempura con dentro filetto di branzino, salmone e philadelphia... ovviamente la versione risotto non è così gustosa (niente fritto) ma resta comunque un ottimo abbinamento

RISOTTO AL BRANZINO E SALMONE MANTECATO CON PHILADELPHIA

Ingredienti x 4 persone

riso carnaroli (un mestolo a persona più uno per la pentola)
filetto di branzino circa 250 gr
filetto di salmone circa 250 gr
80 gr. di philadelphia
fumetto di pesce o brodo vegetale
sale
pepe nero
olio
vino bianco per sfumare

Lavate bene il filetti di branzino e salmone e sbollentateli per meno di un minuto in abbondante acqua salata. Scolate e spellate i filetti, deliscateli e tagliate il pesce a straccetti. COndite con un po' di limone e lasciate da parte.
Nell'acqua in cui avrete fatto cuocere i filetti, aggiungete 2 carote e una cipolla tagliata a metò, aggiustate di sale e tenete in caldo (deve essere prossimo a bollore)
Nel frattempo in una pentola adatta, scaldate 2 cucchiai di olio EVO e fate tostare il riso, sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e aggiungete il brodo poco alla volta. Metre il riso cuoce, scaldate una noce di burro in un padellino e fate scaldare il pesce che avevate tenuto da parte. Aggiustate di sale e pepe e tenete da parte. Quando mancheranno circa 2 minuti alla cottura (per il carnaroli 17 minuti), mantecate il vostro risotto con il philadelphia, versate il pesce nel risotto e date un'ultima mescolata...

Non avevo in casa niente di che, ma ho pensato che la prossima volta con un po' di timo fresco l'effetto dovrebbe essere più profumato :) proverò...

domenica 15 agosto 2010

1,2,3 ...pavlova!


Per festeggiare questo ferragosto dal tempo un po' incerto, ho deciso di provare a fare uno dei dolci che mi affascina da sempre: la pavlova... Ho scoperto, navigando in rete alla ricerca di una possibile ricetta, che questo dolce è tipico della Nuova Zelanda e che è stato pensato per omaggiare la ballerina Anna Pavlova (per maggiori informazioni guardate qui)... Il dolce originale prevede una base di meringa e una copertura di panna montata e frutta... Siccome la panna non mi fa impazzire ho deciso di provare una crema chantilly da abbinare con mirtilli, more e lamponi... il risultato è stato davvero sorprendente... una torta leggera e di effetto, davvero una gradita sorpresa..


PAVLOVA CON CHANTILLY E FRUTTI DI BOSCO


Ingredienti per la base

4 albumi (circa 200 gr)

200 gr. di zucchero a velo

2 cucchiai di amido di mais

1 cucchiaio di succo di limone


Per la crema chantilly

4 tuorli

400 dl di latte fresco intero

100 dl di panna fresca

190 gr. di zucchero

25 gr di farina

1 stecca di vaniglia

+ 200 dl di panna fresca montata e non zuccherata


frutti di bosco misti circa 300 gr.


Versate gli albumi in una ciotola (non di plastica, mi raccomando) e montate a neve. Quando gli albumi saranno ben sodi, iniziate ad aggiungere lo zucchero a velo, l'amido di mais e il succo di limone. Lo zucchero va aggiunto poco per volta, mentre si continua a montare. Il composto va montato per una ventina di minuti finchè non è completamente sodo. Per la lavorazione della meringa, rimando a lui, visto che la spiegazione è chiarissima :)


Una volta ottenuta una spuma densa e molto lucida, versate il composto su un foglio di carta forno cercando di dare una forma tonda e con una leggera conca al centro (cosa più complicata del previsto :)). Cuocete in forno a 100 gr. per almeno 2 ore.

Su molte ricette che ho trovato, si consigliava di scaldare il forno, di cuocere a 150 gradi e di finire la cottura dopo un'oretta.
Come già detto dal "sig. Meringa", la cottura ideale di questo dolce, varia tra gli 80 e i 100 gradi, ma non deve mai superare i 110 gradi (se non volete una meringa bruna). Non avendo un forno molto affidabile, ho impostato la temperatura minima (100 gradi per me..), non ho preriscaldato il forno, e ho aperto spesso lo sportello per non far superare la temperatura limite... Dopo 1,50 ho spento e lasciato la mia base in forno per tutta la notte. Se la base si crepa in superficie, non preoccupatevi, tutto verrà ricoperto in un secondo momento :) Anzi meglio, visto che creerà una spazio da riempire di crema!


Nel frattempo ho preparato la crema così: portate vicino al punto di ebollizione il latte e la panna con la bacca di vaniglia incisa a metà. Nel pentolino dove andrete a ultimare la crema, sbattete le uova con lo zucchero e la farina. Il composto non deve montare ma solo essere amalgamato.. Versare il liquido bollente sul composto di tuorli, farina e zucchero, passandolo da un colino a maglie fitte. Mescolare continumanete con una frusta e continuare la cottura fino ad addensamento.

Togliere dal fuoco e mescolare continuamente per raffreddare il composto, versare in un contenitore freddo , coprire con pellicola a contatto e riporre in frigo.


La mattina seguente montate la panna fresca rimanente(senza zucchero per non rendere la crema troppo stucchevole) e aggiungetela alla crema FREDDA (mi raccomando a non bruciare le tappe, la crema deve essere fredda, se non avete molto tempo, non fate la chantilly, ma usate solo panna fresca) con una spatola, avendo cura di non smontare la panna.


A questo punto, versate la crema sulla vostra base in modo da riempire la conca nella meringa e spatolatela sui bordi, guarnire con la futta e riporre in frigo per almeno un'oretta.


Servire fresco magari con 2 bollicine di accompagnamento :) e Buon ferragosto

giovedì 12 agosto 2010

la pasta del disperato


Prima delle ferie non si sa mai se fare la spesa o no, si cerca di far fuori tutto quello che si ha in frigo/freezer e a volte i risultati sono delle cose davvero tristi... a volte però capita di ottenere dei piatti inaspettati ma molto appetitosi come questa pasta... non sarà nouvelle cusine ma mi ha davvero stupita..e poi quando si ha fretta, qualcosa di ultra veloce è davvero utile... ;)

PENNE CON PESTO DI OLIVE TAGGIASCHE, ERBETTE E CACIORICOTTA

Ingredienti:
80 gr di penne
80 gr di erbette miste lessate (io ho usato le erbette surgelate di una nota marca di surgelati... volendo potete provare con gli spinaci o col tarassaco raccolto in giardino ;)
2 cucchiai di pesto di olive taggiasche (per me, residuo di scorribande in Liguria..)
cacioricotta q.b.
sale
olio

Mentre fate cuocere la pasta, scaldate in una padella un filo d'olio e fate saltare le vostre erbette lessate, aggiustando di sale. Scolate la pasta al dente e fate saltare in padella con le erbette, togliere dal fuoco, aggiungere i 2 cucchiai di pesto di olive e mescolare bene. Grattuggiare il cacioricotta direttamente sulle vostre penne e servire... Una ricetta super rapida e dall'aspetto un po' inquietante, ma davvero gustosa..

mercoledì 4 agosto 2010

e il food? leggete fra le righe....


Niente ricette oggi, ma opere di bene .... :) scherzo ovviamente ma ci tenevo a introdurre questo argomento un po' spinoso... Qualche giorno fa mi è arrivata una mail sul fatto che Greenpeace abbia attivato una campagna contro l'OGM in Friuli ... NON voglio assolutamente iniziare un dibattito su cosa sia giusto e cosa no... L'oscurantismo è qualcosa che preferisco relegare al medioevo, e fin qui siamo d'accordo, però l'OGM fa un po' di paura (per motivi giusti o sbagliati..) e quindi sostengo questa campagna e spero lo facciano in molti

Il motivo che mi spinge a nicchiare quando si parla di OGM però non è puramente ideologico/personale. Io sono contraria agli OGM anche per motivi lavorativi. Oltre alle personali reticenze legate al mio essere scettica di fronte a certe "migliorie" un pochino forzose, si aggiunge ciò che vedo lavorativamente parlando: L'OGM in Italia significherebbe per l'agricoltura e per il suo indotto, un ripensamento generale di tutte le politiche di vendita, e tradotto in soldoni, una battuta d'arresto notevole o... Mi spiego meglio, i prodotti agroalimentari italiani sono apprezzati soprattutto perchè considerati "sicuri", il rischio di contaminazione OGM svaluterebbe tantissimo il pregio delle nostre coltivazioni.

Faccio un esempio legato alla mia esperienza diretta. Qualche anno fa in Germania, sono state effettuate delle analisi campione su alcuni prodotti di varie marche presenti nei supermercati. Queste analisi hanno determinato il ritrovamento di tracce di OGM in alcune confezioni di riso proveniente dagli Stati Uniti. Per colpa di questo fatto, migliaia di tonnellate di riso sono state ritirate dagli scaffali e il mercato risicolo statunitense ha subito una battuta d'arresto da cui ancora adesso non si è ripreso, visto il generale senso di sfiducia degli europei verso tutto ciò che si fregia della dicitura OGM... In quel periodo il mercato europeo si è rivolto all'Italia per cercare riso che fosse "sicuro" determinando un incremento di vendite per tutto il comparto e dando notevole slancio a questo tipo di industrie (non mi addentro più del tanto in motivazioni tecniche per cui questi siano fattori secondari per il mercato risicolo... ci vorrebbe un libro intero per spiegare quali sono tutti i fattori che influenzano i mercati di qualsivoglia bene)... Secondo me però questo episodio serve a dimostrare chiaramente come il fatto di poter garantire prodotti non OGM sia visto come un valore aggiunto dai consumatori europei e mi sembra che questo sia qualcosa da difendere e non da svalutare come si sta facendo ultimamente... La cultura del cibo non è solo cucina o ricette (che io per altro adoro) ma soprattutto consapevolezza di ciò che mettiamo nei nostri piatti e tentativo di salvaguardare le diversità ... Non voglio fare del facile buonismo o del terrorismo psicologico, ma non credo che niente di buono per NOI consumatori possa derivare da un riso il cui unico miglioramento rispetto alla norma, è la capacità di resistere ai diserbanti...

per chi volesse informarsi maggiormente, rimando ai siti di greenpeace e biosafety
Ce ne sono sicuramente molti altri ma questi sono i primi 2 che mi vengono in mente...

martedì 3 agosto 2010

il "sempliciotto" con un cuore rosso per dELEciouSly



Sul filo di lana ma forse riesco a partecipare a questo contest... all'inizio non volevo nemmeno provare , ma in un certo senso ci tenevo a cimentarmi...




Partecipo quindi con qualcosa di semplice (da qui il nome) a prova di principiante e tendenzialmente soluzione veloce e svuotadispensa... Queste tortine sono nate dall'incontro del bocconotto (tipicamente ripieno di ciliege) con una tortina di ricotta che da noi si fa con il seirass (ricotta tipica in Piemonte) Il risultato è un dolce soffice e profumato, dal cuore vermiglio che spero si adatti all'atmorsfera... :) così come lo sfondo vermiglio che ho scelto per la foto...


I "SEMPLICIOTTI" DI RICOTTA E CILIEGIE


Ingerdienti

200 gr di ricotta fresca
150 gr di zucchero semolato (io ne ho messi solo 100)
100 gr.di farina
100 gr di fecola
2 uova
1 bacca di vaniglia
4 cucchiai di panna fresca
mezza bustina di lievito per dolci
100 gr di ciliegie pulite e snocciolate tagliate a metà


Lavorare la ricotta con lo zucchero fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere i 4 cucchiai di panna e i semini di una bacca di vaniglia e mescolare fino ad assorbimento. Separare i tuorli dagli albumi e aggiungere un tuorlo alla volta alla crema di ricotta e panna. Amalgamare bene. Setacciare la farina, la fecola e il lievito ed aggiungerli al composto, mescolando con una spatola fino a completo assorbimento. Montare gli albumi a neve ed aggiungerli infine al composto.


Imburrate degli stampini (io ho usato quelli di alluminio) e infarinateli. Versate una cucchiata del composto in ciscuno stampino, mettere al centro un po' di ciliegie snocciolate pulite e spolverate di zucchero di canna. Ricoprire con impasto.

Infornate per almeno 30 min (o fino a cottura a seconda del forno) in forno caldo a 170 gradi...


Sfornare e lasciar raffreddare su una gratella. Spolverare di zucchero a velo e servire..


L'avevo detto che era semplice, no? :)
con questa ricetta vorrei partecipare al contest "something red" di dELEciouSly





venerdì 30 luglio 2010

il risotto confortante....


Da quando ho aperto il blog, alcuni amici mi hanno chiesto perchè un titolo così... poco evocativo? mmm..in effetti i nomi che avevo in mente all'inizio erano altri, ma quando mi è venuto fuori questo ho pensato che era adatto... il riso per me è l'alimento per eccellenza. Sopratutto i risotti sono il mio piatto salva-cene, quello che cucino quando non so bene i gusti di chi viene a mangiare... ma è anche il piatto consolatorio per eccellenza, la coccola che ci vuole quando si ha voglia di qualcosa di buono..

L'altra sera era una sera così, una di quelle dove torni a casa e hai bisogno di qualcosa che ti tiri su il morale...e allora ho pensato a un risotto preparato con quello che è diventato l'Abbinamento per eccellenza, da quando il mio ragazzo è tornato a casa un giorno da uno dei suoi soliti pranzi di lavoro, dicendomi di aver assaggiato delle penne salmone e cacio FA-VO-LO-SE! Dopo un'iniziale brivido di orrore, ho provato a sperimentare e devo dire che adesso è una delle cose preferite in casa :)

RISOTTO AL SALMONE E CACIOCAVALLO SILANO

Ingredienti
Riso carnaroli (a casa mia un mestolo di riso a testa, più uno per la pentola :))
200 gr. di caciocavallo silano
200 gr di salmone
100 ml di panna fresca per mantecare
brodo preparato con 2 carote, una cipolla e il salmone
sale

FAr bollire il salmone con le carote e la cipolla, scolare il trancio di salmone, pulire e condire con del succo di limone. FIltrare il brodo e lascitelo sobbollire coperto aggiustando di sale.
In una pentola far scaldare 3 cucchiai do olio in cui tosterete il riso, sfumare con del vino bianco (niente soffritto che coprirebbe troppo i sapori) e aggiungere del brodo, un paio di mestoli alla volta... Il riso non ha bisogno di essere mescolato molto, non va "stressato", però va seguito e bagnato al bisogno, rimestando gentilmente per far incorporare il brodo..
Tagliare a pezzetti il caciocavallo e aggiungerlo al riso quando mancano circa 5-7 minuti di cottura. Far sciogliere bene il formaggio facendo attenzione a non esagerare con il brodo (il segreto del buon risotto è quello di calcolare bene i tempi dell'aggiunta dei liquidi, in modo da avere un risultato "all'onda" senza però rischiare di ritrovarsi con una minestra..)
Tagliare il salmone marinato nel limone a pezzetti ed aggiungerlo al risotto quando mancano circa 3 minuti a fine cottura. Mantecare il tutto con la panna e servire al dente..

Il salmone sarebbe meglio prepararlo un giorno prima per lasciar tempo alle carni di riprendersi, anche fatto al momento resta comunque buono, con un profumo un po' meno intenso forse..

enjoy your meal! :)

giovedì 29 luglio 2010

tradizione e tocchi personali


Come al solito bazzicando tra i vari blog, ho visto questa spadellata su qb .. mi è molto piaciuta l'idea di aggiungere il tono piccantino dell'acciuga, (e poi io sono piemontese, e l'acciuga con le verdure è una cosa che va sempre bene... bagnacauda docet) e ho provato a farne una versione "secondo me"... la cosa interessante è che ho proposto quest'idea anche a mia madre che ne ha ricavato ancora qualcosa di diverso... beh mi piaceva questa specie di deriva delle idee, questo infinito corollario di ricette che partono tutte più o meno da una stessa base, ma mutano a seconda dell'utilizzatore ...
Insomma, ecco la mia

SPADELLLATA DI ZUCCHINE E POMODORINI CON TIMO E ACCIUGHE

Ingredienti:

2 zucchine piuttosto grosse
10 pomodorini
timo
acciughe sott'olio
sale
olio

Tagliare le zucchine a rondelle e mettere 2 cucchiai di olio a scaldare in una padella. Quando l'olio sarà caldo, aggiungere le zucchine e far saltare rapidamente finchè non sentirete un buon profumo di zucchina tostata :). Mescolare ed aggiungere un paio di cucchiai di acqua per far si che non bruci tutto... Continuare a cuocere a fuoco medio basso. Intanto tagliare i pomodorini a metà ed aggiungerli alle zucchine, salare e lasciar cuocere fino a completo appassimento dei pomodorini. Io non ho rimescolato nulla, ho solo "spadellato" le verdure per non farle attaccare... Ho preferito mantenere le zucchine abbastanza integre, quindi ho cotto tutto per una ventina di minuti. 2 minuti prima della fine cottura ho aggiunto delle acciughe sott'olio tagliate a pezzetti e le ho fatte sciogliere con il calore della padella in modo da insaporire le verdure. Ho poi aggiustato di sale e messo del timo per profumare il tutto et voilà, ricetta rivistiata in un lampo...

Piccola nota da esperimento: mia madre ha usato il basilico al posto del timo, e ha aggiunto anche le melanzane (che io purtroppo non avevo)

Sempre per la cronaca... io ho accompagnato questa spadellata con della ricotta di pecora .. un pranzo veloce e davvero goloso!

martedì 27 luglio 2010

la rivincita dopo il fallimento...


Da quando ho iniziato a cucinare posso dire di aver collezionato diversi fallimenti. A volte le cose riescono quasi per caso, ma a volte (specie quando c'è un occasione particolare), nonostante la cura che uno ci mette, le cose non vanno come dovrebbero..

Bazzicando tra i vari foodblog, ho visto come tutti bene o male ammettano di avere qualche tallone di achille, la qual cosa mi consola (il vecchio adagio mal comune, mezzo gaudio va sempre bene)... e poi diciamoci la verità, a furia di sperimentare qualche ciofeca verrà pure fuori, no?

Il mio problema è sempre stato la precisione... Mi ricordo di aver letto da qualche parte che la differenza tra un bravo amatore ed un professionista, è la cura per le dosi, l'attenzione all'ordine in cui si fanno certe operazione e alla capacità di replicare sempre uguale a se stessa una data preparazione..

Trovo che nelle nostre cucine "normali" dove molto spesso ci si arrabatta con quello che si trova in frigo all'ultimo momento, questa cura sia, molto spesso, poco fattibile.. il tempo non aiuta, visto che viviamo (chi più, chi meno) con l'orologio al polso, a scandire ogni attività. Poi entrano in gioco anche altri fattori, come la predisposizione personale (che non ho) e l'uso di strumenti adeguati (anche questi mi fanno difetto... ma un giorno avrò la mia rivincita!).. Però tutte queste cose normalmente vengono azzerate da un po' di fantasia e da quel tanto di estro che basta a ottenere un risultato più che soddsfacente utilizzando quel che c'è...

Fatto questo preambolo apologetico , una cosa che ho imparato è che se si vogliono preparare certi dolci, tutte queste cose non possono valere... Il tempo si deve trovare e la precisione si deve imparare, pena un insuccesso, come quello di cui voglio raccontare..

Tra sabato e domenica volevo preparare un dolce per un compleanno. Volevo una torta di frutta ma che fosse soffice e profumata, non la solita crostata... Il pan di spagna è una base che non mi entusiasma, ma quando ho visto questa mi sono innamorata, ed ho deciso che pate genoise sarebbe stata...

Dovendo portare questo dolce il lunedi sera, ho deciso di dedicare la domenica pomeriggio a questa preparazione, in modo da avere tutto il tempo di assemblare poi il dolce il lunedi...

Il segreto della pate genoise è quello di montare le uova con lo zucchero a velo a caldo, il composto gonfia parecchio e l'impasto ne guadagna in sofficità...

Per la ricetta copio e incollo la sua perchè è perfetta, non ho apportato nessuna modifica... l'unico consiglio che mi sento di dare è quello di scegliere un contenitore mooolto capiente per montare le uova, perchè il composto gonfia davvero parecchio, ed è necessario avere la possibilità di lavorare senza l'ansia che tutto fuoriesca (come è capitato a me all'inizio.... :( ...)

INGREDIENTI
gr. 125 di farina 00
gr. 125. di zucchero a velo
gr. 125 di burro
4 uova medie
un pizzico di sale
vanillina

PROCEDIMENTO
Dividere il burro a pezzetti .

Scioglierlo 2 minuti in un tegamino mescolandolo con un cucchiaio di legno senza farlo friggere.
Rompere le uova intere in una ciotola d'acciaio con il bordo alto, aggiungere lo zucchero a velo e il pizzico di sale e mescolare con la frusta a mano in modo che gli ingredienti risultino ben amalgamati.
Versare in un tegame tanta acqua in modo che arrivi a sfiorare il bordo della ciotola e portare quasi a bollore.
Spegnere il fuoco e sistemare dentro il tegame con l'acqua la ciotola, con dentro le uova e lo zucchero.
Montare le uova con le fruste fino ad ottenere una crema molto gonfia e fin quando sollevando le fruste la crema ricadrà dentro la ciotola formando un nastro continuo.

Togliere la ciotola con la crema da sopra il tegame e appoggiatela dentro un recipiente con acqua fredda.
Continuare a montare con le fruste ma con movimenti verticali fin quando si e' ben raffreddato il tutto.
Incorporare la farina setacciata delicatamente e un cucchiaio per volta con lenti movimenti verticali.
Aggiungere il burro fuso mischiando sempre delicatamente per evitare di smontare tutto.
Cuocere a 160 c' per circa 30/40 minuti.

Per quanto riguarda l'impasto, le istruzioni erano perfette e non ho avuto difficoltà ad ottenere un buon risultato... peccato che non avevo una teglia adatta, quindi ne ho improvvisata una usa e getta di alluminio, con dentro uno spessore per ottenere l'incavo da farcire... non l'avessi mai fatto... lo stampo si è accartocciato tutto, l'impasto si è infilato sotto lo spessore creando una specie di blob informe, ovviamente inutilizzabile... quando l'ho tirato fuori mi veniva da ridere e piangere insieme... Ho iniziato a togliere i pezzi di pasta dallo stampo e.... miracolo, erano buonissimi! Però inutilizzabili ai fini della mia torta ...

Per salvare questo insuccesso, visto il caldo, ho deciso di fare una zuppa inglese alla frutta e così ne ho approfittato per provare anche questa crema che ormai penso sia famosissima tra chi girovaga tra i foodblog ... anche questa volta copio e incollo la ricetta (ma verrà il momento in cui metterò qualcosa di mio in sto post o no?) ...

Ingredienti:
400 ml di panna fresca
600 ml di latte fresco
1 baccello di vaniglia
4 uova intere
80 gr. di farina
300 gr. di zucchero
1 pizzico di sale

Procedimento:
Metto in un pentolino il latte, la panna e il baccello di vaniglia aperto e porto quasi a bollore.
Nel frattempo in un altro pentolino sbatto bene le uova con lo zucchero e il pizzico di sale. Aggiungo la farina setacciata e mescolo ancora un po', poi aggiungo il latte tutto di un colpo versandolo da un passino a maglie fitte.
Metto a fuoco bassissimo mescolando sempre con una frusta a mano. Spengo quando la crema si è addensata bene.

Ho montato il dolce mettendo pezzi del mio blob, pardon, pate genoise bagnati con del latte e del brandy (percentuale 4 a 1, quindi per 4 cucchiai di latte, uno di brandy) su cui ho versato dosi generose della crema di Paoletta e frutti di bosco misti, altro strato di pasta, crema e frutta e così via fino a completa rivincita della pate genoise sul fallimento culinario... il risultato non sarà bello da vedere, ma è buonissimo, un dolce fresco e profumato, davvero adatto a queste serate estive... Certo per chi volesse provare, magari tentate una pate genoise convenzionale, in modo da poter presentare il dolce anche ai comuni mortali e non solo ad amici e parenti selezionatissimi :)

P.s. per quel che riguarda la foto... La zuppetta è stata portata in trasferta e durante il viaggio ne ha un po' risentito... la foto è stata fatta a casa di mammà, featuring il suo bellissimo set da the... peccato che fa pietà uguale... ma un giorno mi prenderò la briga di imparare qualche trucco in più (e di comprare una macchina decente ;))

lunedì 26 luglio 2010

cheescake ai mirtilli


Ieri sera siamo stati invitati a una cena di mezza estate con annessa grigliata.. Volendo portare un dolce, mi sono fatta influenzare dai gusti della mia dolce metà, il cui dolce preferito è proprio il cheescake ... La scelta mi è parsa azzeccata anche perchè, in effetti, è stato proprio per un cheescake che mi sono avvicinata al mondo dei foodblog, visto che stavo cercando una ricetta un pochino diversa dal solito e ho trovato questa... da li, ho iniziato a seguire svariati blog, fino a decidere di provare sulla mia pelle cosa significhi averne uno...
Al momento significa solo che cucino molto di più (con buona pace del giro vita mio e di amici e parenti) e che ogni volta che si parla di cucina, vengo presentata come una specie di guru, e poi diventa difficile cercare di spiegare che no, non sono così brava, e no non faccio il cuoco professionista... mi piace solo pasticciare ai fornelli e ho quel giusto pizzico di sano esibizionismo (ma sarà poi giusto? bah...) che mi porta a voler condividere le ricette che sperimento.. sperando piacciano anche agli altri :)

detto ciò... il cheescake... il cheescake è un dolce semplice, dove poche cose possono andare davvero storte, ma sono tutte cose che fanno parecchio arrabbiare... per esempio quando si screpola tutto, quando viene troppo umido o quando la base di biscotto non ha la giusta proporzione rispetto alla parte cremosa..

Il cheescake che ho scelto di fare ieri, ahimè, è venuto un pochino troppo basso per i miei gusti (ho usato uno stampo da 24 cm invece di quello da 22 consigliato), però niente crepe e la cottura era perfetta... pian piano arriverò al risultato ottimale... al momento posso dire che guardando tra varie ricette (oltre a quella del cavoletto citata prima, ho tratto ispirazione anche qui) ho provato a rimescolare queste 2 che mi parevano le migliori, e il risultato è piuttosto soddisfacente...procederò su questa variante in futuro :)

Cheescake new york style con salsa densa di mirtilli

Ingredienti:

per la base
125 gr. di biscotti tipo digestive
50 gr. di burro fuso

per la crema
350 gr. di philadepia
250 gr. di ricotta (non trovando quella vaccina ne ho usata una misto pecora... ma quella vaccina è meglio)
170 gr. di zucchero
130 gr. di panna fresca
3 uova medie
1 stecca di vaniglia
1 lime
1 pizzico di sale

per la salsa ai mirtilli
150 gr di mirtilli
4 cucchiai di acqua
1 cucchiaio di zucchero
mezzo cucchiaino di agar agar

triturare i biscotti nel mixer e aggiungere il burro fuso, rimescolando bene. Disporre il composto sul fondo di uno stampo a cerniera (possibilmente da 22 cm) e compattare bene in modo da ottenere una base uniforme. Riporre in frigo.

In una ciotola capiente, montare i 2 formaggi con lo zucchero, i semini della bacca di vaniglia, la panna e il pizzico di sale. Il composto deve risultare omogeneo e ho visto che va molto bene utilizzare il minipimer... In effetti non dovendo inglobare troppa aria, le fruste non sono proprio indicate, mentre le lame del minipimer che "strappano" il composto invece di montarlo, mi sono sembrate più adatte..
Una volta ottenuta una crema liscia, aggiungere le uova una ad una, e mescolare bene con una spatola. Da ultimo versate la buccia grattuggiata di un lime e il succo dello stesso...

Estrarre la tortiera con il fondo di biscotti dal frigo e versarci sopra questo composto spumoso, battendo lo stampo sul tavolo per compattare il tutto.

La cottura che propone Tuki è a bagnomaria, e questa volta così ho provato... Ho messo il mio stampo in un altro stampo e poi tutto in forno a 160 gradi dentro a un terzo stampo in cui avevo versato acqua bollente.. Ho lasciato cuocere per 50 min e il risultato non mi ha deluso... Il bordo resta chiaro e la cottura è perfetta, senza crepe o difetti...

Una volta pronto il cheeseake, lasciate raffreddare e mettete in frigo per almeno 3 ore. Quando sarà ben freddo potete preparare la gelatina ai mirtilli da versare sopra al vostro cake. Lavare bene i mirtilli e metterli in un pentolino con 4 cucchiai di acqua e uno di zucchero semolato. Lasciar sobbollire per almeno 10 minuti o finche non avrete una specie di marmellatina, aggiungere quindi il mezzo cucchiaino di agar agar e lasciar sobbolire per un minuto, togliere dal fuoco e versare il composto sul cheescake, distribuendolo in modo uniforme. Il composto dovrebbe rapprendersi già a contatto con la superfice fredda della torta..
Rimettere tutto in frigo e lasciar riposare per altre 2 ore.

Il risultato mi è parso soddisfacente, ma la sperimentazione sui cheescake continuerà :)

p.s. la foto è stata presa un po' di corsa mentre eravamo in partenza... non è un granchè ma spero renda l'idea :)