venerdì 30 luglio 2010

il risotto confortante....


Da quando ho aperto il blog, alcuni amici mi hanno chiesto perchè un titolo così... poco evocativo? mmm..in effetti i nomi che avevo in mente all'inizio erano altri, ma quando mi è venuto fuori questo ho pensato che era adatto... il riso per me è l'alimento per eccellenza. Sopratutto i risotti sono il mio piatto salva-cene, quello che cucino quando non so bene i gusti di chi viene a mangiare... ma è anche il piatto consolatorio per eccellenza, la coccola che ci vuole quando si ha voglia di qualcosa di buono..

L'altra sera era una sera così, una di quelle dove torni a casa e hai bisogno di qualcosa che ti tiri su il morale...e allora ho pensato a un risotto preparato con quello che è diventato l'Abbinamento per eccellenza, da quando il mio ragazzo è tornato a casa un giorno da uno dei suoi soliti pranzi di lavoro, dicendomi di aver assaggiato delle penne salmone e cacio FA-VO-LO-SE! Dopo un'iniziale brivido di orrore, ho provato a sperimentare e devo dire che adesso è una delle cose preferite in casa :)

RISOTTO AL SALMONE E CACIOCAVALLO SILANO

Ingredienti
Riso carnaroli (a casa mia un mestolo di riso a testa, più uno per la pentola :))
200 gr. di caciocavallo silano
200 gr di salmone
100 ml di panna fresca per mantecare
brodo preparato con 2 carote, una cipolla e il salmone
sale

FAr bollire il salmone con le carote e la cipolla, scolare il trancio di salmone, pulire e condire con del succo di limone. FIltrare il brodo e lascitelo sobbollire coperto aggiustando di sale.
In una pentola far scaldare 3 cucchiai do olio in cui tosterete il riso, sfumare con del vino bianco (niente soffritto che coprirebbe troppo i sapori) e aggiungere del brodo, un paio di mestoli alla volta... Il riso non ha bisogno di essere mescolato molto, non va "stressato", però va seguito e bagnato al bisogno, rimestando gentilmente per far incorporare il brodo..
Tagliare a pezzetti il caciocavallo e aggiungerlo al riso quando mancano circa 5-7 minuti di cottura. Far sciogliere bene il formaggio facendo attenzione a non esagerare con il brodo (il segreto del buon risotto è quello di calcolare bene i tempi dell'aggiunta dei liquidi, in modo da avere un risultato "all'onda" senza però rischiare di ritrovarsi con una minestra..)
Tagliare il salmone marinato nel limone a pezzetti ed aggiungerlo al risotto quando mancano circa 3 minuti a fine cottura. Mantecare il tutto con la panna e servire al dente..

Il salmone sarebbe meglio prepararlo un giorno prima per lasciar tempo alle carni di riprendersi, anche fatto al momento resta comunque buono, con un profumo un po' meno intenso forse..

enjoy your meal! :)

giovedì 29 luglio 2010

tradizione e tocchi personali


Come al solito bazzicando tra i vari blog, ho visto questa spadellata su qb .. mi è molto piaciuta l'idea di aggiungere il tono piccantino dell'acciuga, (e poi io sono piemontese, e l'acciuga con le verdure è una cosa che va sempre bene... bagnacauda docet) e ho provato a farne una versione "secondo me"... la cosa interessante è che ho proposto quest'idea anche a mia madre che ne ha ricavato ancora qualcosa di diverso... beh mi piaceva questa specie di deriva delle idee, questo infinito corollario di ricette che partono tutte più o meno da una stessa base, ma mutano a seconda dell'utilizzatore ...
Insomma, ecco la mia

SPADELLLATA DI ZUCCHINE E POMODORINI CON TIMO E ACCIUGHE

Ingredienti:

2 zucchine piuttosto grosse
10 pomodorini
timo
acciughe sott'olio
sale
olio

Tagliare le zucchine a rondelle e mettere 2 cucchiai di olio a scaldare in una padella. Quando l'olio sarà caldo, aggiungere le zucchine e far saltare rapidamente finchè non sentirete un buon profumo di zucchina tostata :). Mescolare ed aggiungere un paio di cucchiai di acqua per far si che non bruci tutto... Continuare a cuocere a fuoco medio basso. Intanto tagliare i pomodorini a metà ed aggiungerli alle zucchine, salare e lasciar cuocere fino a completo appassimento dei pomodorini. Io non ho rimescolato nulla, ho solo "spadellato" le verdure per non farle attaccare... Ho preferito mantenere le zucchine abbastanza integre, quindi ho cotto tutto per una ventina di minuti. 2 minuti prima della fine cottura ho aggiunto delle acciughe sott'olio tagliate a pezzetti e le ho fatte sciogliere con il calore della padella in modo da insaporire le verdure. Ho poi aggiustato di sale e messo del timo per profumare il tutto et voilà, ricetta rivistiata in un lampo...

Piccola nota da esperimento: mia madre ha usato il basilico al posto del timo, e ha aggiunto anche le melanzane (che io purtroppo non avevo)

Sempre per la cronaca... io ho accompagnato questa spadellata con della ricotta di pecora .. un pranzo veloce e davvero goloso!

martedì 27 luglio 2010

la rivincita dopo il fallimento...


Da quando ho iniziato a cucinare posso dire di aver collezionato diversi fallimenti. A volte le cose riescono quasi per caso, ma a volte (specie quando c'è un occasione particolare), nonostante la cura che uno ci mette, le cose non vanno come dovrebbero..

Bazzicando tra i vari foodblog, ho visto come tutti bene o male ammettano di avere qualche tallone di achille, la qual cosa mi consola (il vecchio adagio mal comune, mezzo gaudio va sempre bene)... e poi diciamoci la verità, a furia di sperimentare qualche ciofeca verrà pure fuori, no?

Il mio problema è sempre stato la precisione... Mi ricordo di aver letto da qualche parte che la differenza tra un bravo amatore ed un professionista, è la cura per le dosi, l'attenzione all'ordine in cui si fanno certe operazione e alla capacità di replicare sempre uguale a se stessa una data preparazione..

Trovo che nelle nostre cucine "normali" dove molto spesso ci si arrabatta con quello che si trova in frigo all'ultimo momento, questa cura sia, molto spesso, poco fattibile.. il tempo non aiuta, visto che viviamo (chi più, chi meno) con l'orologio al polso, a scandire ogni attività. Poi entrano in gioco anche altri fattori, come la predisposizione personale (che non ho) e l'uso di strumenti adeguati (anche questi mi fanno difetto... ma un giorno avrò la mia rivincita!).. Però tutte queste cose normalmente vengono azzerate da un po' di fantasia e da quel tanto di estro che basta a ottenere un risultato più che soddsfacente utilizzando quel che c'è...

Fatto questo preambolo apologetico , una cosa che ho imparato è che se si vogliono preparare certi dolci, tutte queste cose non possono valere... Il tempo si deve trovare e la precisione si deve imparare, pena un insuccesso, come quello di cui voglio raccontare..

Tra sabato e domenica volevo preparare un dolce per un compleanno. Volevo una torta di frutta ma che fosse soffice e profumata, non la solita crostata... Il pan di spagna è una base che non mi entusiasma, ma quando ho visto questa mi sono innamorata, ed ho deciso che pate genoise sarebbe stata...

Dovendo portare questo dolce il lunedi sera, ho deciso di dedicare la domenica pomeriggio a questa preparazione, in modo da avere tutto il tempo di assemblare poi il dolce il lunedi...

Il segreto della pate genoise è quello di montare le uova con lo zucchero a velo a caldo, il composto gonfia parecchio e l'impasto ne guadagna in sofficità...

Per la ricetta copio e incollo la sua perchè è perfetta, non ho apportato nessuna modifica... l'unico consiglio che mi sento di dare è quello di scegliere un contenitore mooolto capiente per montare le uova, perchè il composto gonfia davvero parecchio, ed è necessario avere la possibilità di lavorare senza l'ansia che tutto fuoriesca (come è capitato a me all'inizio.... :( ...)

INGREDIENTI
gr. 125 di farina 00
gr. 125. di zucchero a velo
gr. 125 di burro
4 uova medie
un pizzico di sale
vanillina

PROCEDIMENTO
Dividere il burro a pezzetti .

Scioglierlo 2 minuti in un tegamino mescolandolo con un cucchiaio di legno senza farlo friggere.
Rompere le uova intere in una ciotola d'acciaio con il bordo alto, aggiungere lo zucchero a velo e il pizzico di sale e mescolare con la frusta a mano in modo che gli ingredienti risultino ben amalgamati.
Versare in un tegame tanta acqua in modo che arrivi a sfiorare il bordo della ciotola e portare quasi a bollore.
Spegnere il fuoco e sistemare dentro il tegame con l'acqua la ciotola, con dentro le uova e lo zucchero.
Montare le uova con le fruste fino ad ottenere una crema molto gonfia e fin quando sollevando le fruste la crema ricadrà dentro la ciotola formando un nastro continuo.

Togliere la ciotola con la crema da sopra il tegame e appoggiatela dentro un recipiente con acqua fredda.
Continuare a montare con le fruste ma con movimenti verticali fin quando si e' ben raffreddato il tutto.
Incorporare la farina setacciata delicatamente e un cucchiaio per volta con lenti movimenti verticali.
Aggiungere il burro fuso mischiando sempre delicatamente per evitare di smontare tutto.
Cuocere a 160 c' per circa 30/40 minuti.

Per quanto riguarda l'impasto, le istruzioni erano perfette e non ho avuto difficoltà ad ottenere un buon risultato... peccato che non avevo una teglia adatta, quindi ne ho improvvisata una usa e getta di alluminio, con dentro uno spessore per ottenere l'incavo da farcire... non l'avessi mai fatto... lo stampo si è accartocciato tutto, l'impasto si è infilato sotto lo spessore creando una specie di blob informe, ovviamente inutilizzabile... quando l'ho tirato fuori mi veniva da ridere e piangere insieme... Ho iniziato a togliere i pezzi di pasta dallo stampo e.... miracolo, erano buonissimi! Però inutilizzabili ai fini della mia torta ...

Per salvare questo insuccesso, visto il caldo, ho deciso di fare una zuppa inglese alla frutta e così ne ho approfittato per provare anche questa crema che ormai penso sia famosissima tra chi girovaga tra i foodblog ... anche questa volta copio e incollo la ricetta (ma verrà il momento in cui metterò qualcosa di mio in sto post o no?) ...

Ingredienti:
400 ml di panna fresca
600 ml di latte fresco
1 baccello di vaniglia
4 uova intere
80 gr. di farina
300 gr. di zucchero
1 pizzico di sale

Procedimento:
Metto in un pentolino il latte, la panna e il baccello di vaniglia aperto e porto quasi a bollore.
Nel frattempo in un altro pentolino sbatto bene le uova con lo zucchero e il pizzico di sale. Aggiungo la farina setacciata e mescolo ancora un po', poi aggiungo il latte tutto di un colpo versandolo da un passino a maglie fitte.
Metto a fuoco bassissimo mescolando sempre con una frusta a mano. Spengo quando la crema si è addensata bene.

Ho montato il dolce mettendo pezzi del mio blob, pardon, pate genoise bagnati con del latte e del brandy (percentuale 4 a 1, quindi per 4 cucchiai di latte, uno di brandy) su cui ho versato dosi generose della crema di Paoletta e frutti di bosco misti, altro strato di pasta, crema e frutta e così via fino a completa rivincita della pate genoise sul fallimento culinario... il risultato non sarà bello da vedere, ma è buonissimo, un dolce fresco e profumato, davvero adatto a queste serate estive... Certo per chi volesse provare, magari tentate una pate genoise convenzionale, in modo da poter presentare il dolce anche ai comuni mortali e non solo ad amici e parenti selezionatissimi :)

P.s. per quel che riguarda la foto... La zuppetta è stata portata in trasferta e durante il viaggio ne ha un po' risentito... la foto è stata fatta a casa di mammà, featuring il suo bellissimo set da the... peccato che fa pietà uguale... ma un giorno mi prenderò la briga di imparare qualche trucco in più (e di comprare una macchina decente ;))

lunedì 26 luglio 2010

cheescake ai mirtilli


Ieri sera siamo stati invitati a una cena di mezza estate con annessa grigliata.. Volendo portare un dolce, mi sono fatta influenzare dai gusti della mia dolce metà, il cui dolce preferito è proprio il cheescake ... La scelta mi è parsa azzeccata anche perchè, in effetti, è stato proprio per un cheescake che mi sono avvicinata al mondo dei foodblog, visto che stavo cercando una ricetta un pochino diversa dal solito e ho trovato questa... da li, ho iniziato a seguire svariati blog, fino a decidere di provare sulla mia pelle cosa significhi averne uno...
Al momento significa solo che cucino molto di più (con buona pace del giro vita mio e di amici e parenti) e che ogni volta che si parla di cucina, vengo presentata come una specie di guru, e poi diventa difficile cercare di spiegare che no, non sono così brava, e no non faccio il cuoco professionista... mi piace solo pasticciare ai fornelli e ho quel giusto pizzico di sano esibizionismo (ma sarà poi giusto? bah...) che mi porta a voler condividere le ricette che sperimento.. sperando piacciano anche agli altri :)

detto ciò... il cheescake... il cheescake è un dolce semplice, dove poche cose possono andare davvero storte, ma sono tutte cose che fanno parecchio arrabbiare... per esempio quando si screpola tutto, quando viene troppo umido o quando la base di biscotto non ha la giusta proporzione rispetto alla parte cremosa..

Il cheescake che ho scelto di fare ieri, ahimè, è venuto un pochino troppo basso per i miei gusti (ho usato uno stampo da 24 cm invece di quello da 22 consigliato), però niente crepe e la cottura era perfetta... pian piano arriverò al risultato ottimale... al momento posso dire che guardando tra varie ricette (oltre a quella del cavoletto citata prima, ho tratto ispirazione anche qui) ho provato a rimescolare queste 2 che mi parevano le migliori, e il risultato è piuttosto soddisfacente...procederò su questa variante in futuro :)

Cheescake new york style con salsa densa di mirtilli

Ingredienti:

per la base
125 gr. di biscotti tipo digestive
50 gr. di burro fuso

per la crema
350 gr. di philadepia
250 gr. di ricotta (non trovando quella vaccina ne ho usata una misto pecora... ma quella vaccina è meglio)
170 gr. di zucchero
130 gr. di panna fresca
3 uova medie
1 stecca di vaniglia
1 lime
1 pizzico di sale

per la salsa ai mirtilli
150 gr di mirtilli
4 cucchiai di acqua
1 cucchiaio di zucchero
mezzo cucchiaino di agar agar

triturare i biscotti nel mixer e aggiungere il burro fuso, rimescolando bene. Disporre il composto sul fondo di uno stampo a cerniera (possibilmente da 22 cm) e compattare bene in modo da ottenere una base uniforme. Riporre in frigo.

In una ciotola capiente, montare i 2 formaggi con lo zucchero, i semini della bacca di vaniglia, la panna e il pizzico di sale. Il composto deve risultare omogeneo e ho visto che va molto bene utilizzare il minipimer... In effetti non dovendo inglobare troppa aria, le fruste non sono proprio indicate, mentre le lame del minipimer che "strappano" il composto invece di montarlo, mi sono sembrate più adatte..
Una volta ottenuta una crema liscia, aggiungere le uova una ad una, e mescolare bene con una spatola. Da ultimo versate la buccia grattuggiata di un lime e il succo dello stesso...

Estrarre la tortiera con il fondo di biscotti dal frigo e versarci sopra questo composto spumoso, battendo lo stampo sul tavolo per compattare il tutto.

La cottura che propone Tuki è a bagnomaria, e questa volta così ho provato... Ho messo il mio stampo in un altro stampo e poi tutto in forno a 160 gradi dentro a un terzo stampo in cui avevo versato acqua bollente.. Ho lasciato cuocere per 50 min e il risultato non mi ha deluso... Il bordo resta chiaro e la cottura è perfetta, senza crepe o difetti...

Una volta pronto il cheeseake, lasciate raffreddare e mettete in frigo per almeno 3 ore. Quando sarà ben freddo potete preparare la gelatina ai mirtilli da versare sopra al vostro cake. Lavare bene i mirtilli e metterli in un pentolino con 4 cucchiai di acqua e uno di zucchero semolato. Lasciar sobbollire per almeno 10 minuti o finche non avrete una specie di marmellatina, aggiungere quindi il mezzo cucchiaino di agar agar e lasciar sobbolire per un minuto, togliere dal fuoco e versare il composto sul cheescake, distribuendolo in modo uniforme. Il composto dovrebbe rapprendersi già a contatto con la superfice fredda della torta..
Rimettere tutto in frigo e lasciar riposare per altre 2 ore.

Il risultato mi è parso soddisfacente, ma la sperimentazione sui cheescake continuerà :)

p.s. la foto è stata presa un po' di corsa mentre eravamo in partenza... non è un granchè ma spero renda l'idea :)

venerdì 23 luglio 2010

cibo per cani ... ?


Qualche sera fa sono venuti a cena la sorella del mio ragazzo e il marito. Volevo provare qualcosa di saporito ma che fosse leggero e la mia scelta è caduta di nuovo sulla quinoa (ormai avevo aperto la confezione per le polpette, bisognerà pur finirla, no?) ... avevo visto qui una ricetta interessante, ma non volevo qualcosa di troppo speziato e nemmeno di troppo verduroso, visti i gusti vigenti in casa... e così mi è venuto fuori questo piatto

QUINOA CON LENTICCHIE E CAROTE AL PROFUMO DI LIMONE

Ingredienti per 4 persone

mezza tazza di Quinoa
mezza tazza di lenticchie
2 carote
un limone non trattato
rosmarino
1 pezzo di alga kombu

Sciacquare bene la quinoa e cuocerla per 15 min. circa in un volume doppio di acqua (per mezza tazza di quinoa, utilizzare una tazza di acqua). Mettere a bollire le lenticchie in acqua insieme a un paio di rametti di rosmarino e un pezzetto di alga kombu (l'alga kombu oltre a esaltare il gusto dei legumi, sembra renderli più digeribili... o almeno così ho letto :)). Portare a bollore e far cuocere per almeno 20-25 minuti, lasciando pian piano asciugare l'acqua di cottura.
Pelare le carote e tagliarle a julienne e metterle in un recipiente capiente.

Un volta cotta la quinoa, aggiungetela alle carote e condite con un filo d'olio d'oliva e il succo di un limone. Una volta cotte le lenticchie (al dente e ben sgranate) aggiungete anche loro alla quinoa, avendo cura di eliminare il rosmarino e l'alga.

Grattuggiare la buccia del limone ed aggiungerla alla vostra inslata...et voilà ...

Questa è la versione semplice di questo piatto... per una versione un poco più saporita aggiungere un paio di alici sott'olio tritate oppure un cucchiaio di senape ... entrambi le varianti sono deliziose


Solo un ultimo commento alla foto... Lo special guest è Polpettina, uno dei personaggi del mondo colorato di Simone Legno aka Tokidoki... da qui il titolo del post... :)

lunedì 19 luglio 2010

la cometa pasticciona... crostatine al riso e latte ricoperte di cioccolato


Quando ho visto il contest indetto da pan di panna e la cucina di albertone, ho subito iniziato a rimuginare su cosa preparare... Ho pensato a cosa mi piaceva da bambina e a cosa vedevo più spesso cucinare... La prima cosa che mi è venuta in mente è il riso e latte, che mia nonna mi preparava a cadenza settimanale, e che per me rappresentava la cena della felicità, un piatto semplice ma goloso che aspettavo con ansia... un appuntamento che io e mio fratello da bambini ci godevamo...
Un altra cosa che mi piaceva da morire erano le crostate... mi piaceva veder preparare la frolla da mia madre, rubarle dei pezzetti di frolla cruda e lavorare i "salamini" di pasta da mettere sulle crostate di frutta...

Volevo qualcosa che riunisse queste 2 preparazioni e mi è venuto subito da pensare a una crostata con una crema di riso e latte.. però la volevo più golosa ancora e quindi la mia crostata sarà ricoperta di cioccolato... si, come le crostatine al semolino che si mangiano in toscana... quelle che l'artusi cita e che ho visto riproporre qui... tra l'altro belle le crostatine, fanno molto mulino bianco... e quindi crostatine siano...

Il procedimento è molto semplice..

CROSTATINE AL RISO E LATTE RICOPERTE DI CIOCCOLATO FONDENTE

Ingredienti

per la frolla (e qui ognuno può dire la sua... a casa mia la frolla però è sempre stata così)
250 gr. di farina
125 gr. burro
125 gr. zucchero
1 uovo
1 pizzico di sale

per il riso e latte
200 gr di riso originario
300 ml latte
1 bacca di vaniglia
3 cucchiai di zucchero
1 tuorlo

per la copertura al cioccolato (mi sono rifatta pari pari a quella vista da paoletta)
100 gr di cioccolato fondente
30 gr di burro
1 cucchiaio di acqua

Preparare la frolla lavorando burro, farina, zucchero e il pizzico di sale insieme fino ad ottenere un briciolame piuttosto grosso. Aggiungere l'uovo ed impastare velocemente. Fare una palla e riporre in frigo avvolto da pellicola.

Nel frattempo far bollire per 10 minuti, in acqua bollente NON salata, il riso. Scolare e mettere in un pentolino con il latte, la bacca di vaniglia incisa per il lungo e portare a bollore. Quando il riso inizia ad assorbire il latte, aggiungere lo zucchero e rimescolare fino a che il composto non sia abbastaqnza consistente ma ancora cremoso. A questo punto togliere dal fuoco e aggiungete il tuorlo rimescolando bene.

Stendere la frolla negli stampini imburrati (date in mano il mattarello a un bambino e lo farete davvero felice!), livellare bene i bordi e mettere per ogni crostatina un paio di cucchiaiate di crema di riso e latte. Schiacciare in modo da rendere uniforme la superficie senza però spappolare i chicchi di riso e mettere in forno caldo a 180 gradi per almeno 30-35 min.

Sfornare le crostatine e lasciar raffreddare su una griglia. Nel frattempo preparare la copertura di cioccolato,facendo sciogliere a bagno maria il ciccolato fondente, il burro e l'acqua... Rimescolare bene e quando la cremina sarà bella densa ed amalgamata, versare in modo generoso sulle crostatine... et voilà ...

si tratta di un dolce semplice ma molto profumato, che almeno per me evoca tutti i migliori ricordi dell'infanzia :) una specie di proustiana madeleine un pochino più piemontese

colazione o non colazione?


qualche tempo fa mi è capitato sotto mano questo scritto del dott. Berrino... Penso che tutti noi sappiamo che certe cose sono più o meno dannose e che altre cose facciano meglio di certe bombe caloriche... Però non avevo mai pensato al cibo come vero principio terapeutico, aiuto in sinergia di svariate cure farmacologiche, ma anche come semplice prevenzione...

Certo, noi siamo tutti figli della pubblicità dell'olio cuore, del fermento per ridurre il colesterolo o dello yoghurt per migliorare la motilità intestinale... però leggere di studi effettivi, basati su dati reali fa pensare... soprattutto perchè nell'epoca in cui la gente si divide tra malati di ortoressia e junk foodiani (scusate il neologismo ardito :)) è difficile stabilire cosa faccia davvero bene e cosa no, basandosi solo sul buon senso.. Leggo spesso di diete improbabili che in 2 settimane fanno perdere 3 kg, dieta per la pancia, dieta per i fianchi, dieta per fare pipi e pupu... insomma la maggior parte delle cose che si vedono in giro suonano di vera e propria bufala... anche perchè uno segue una dieta per qualche tempo, e poi torna inevitabilmente (e con grande sollievo/soddisfazione) ad alimentarsi come prima..

Nel mio piccolo ho dovuto constatare che il buon senso a volte non basta... e che molte delle mie convinzioni in materia di alimentazione sana, erano sbagliate...

leggendo la presentazione che ho linkato prima, "il cibo dell'uomo", ho provato a prendere in esame un modo diverso di mangiare, a cominciare dalla colazione... Una mia amica mi aveva parlato molto tempo fa del metodo Kousmine e della crema Budwig... io però faccio fatica a bermi un pastone al mattino, quindi ho provato a riadattare alla mia maniera la ricetta, senza utilizzare però latticini. Il risultato è : un frutto di stagione tagliato a pezzetti, dei semi di lino ( o mandorle o noci o sesamo) pestati, un cucchiaio di miele, cereali integrali a scelta, rimescolare e mangiare...

Questo tipo di colazione mi permette di arrivare a pranzo senza buchi allo stomaco, non mi appesantisce e da quando ho eliminato il latte ho constatato anche una migliore digeribilità ... Non mi permetto di dare giudizi sul latte e i latticini, io non sono un medico e non so cosa faccia bene e cosa no ( anche se vari studi deprecano l'uso del latte dopo lo svezzamento e invitano a limitarne i consumi). Posso solo limitarmi a verificare gli effetti di alcuni alimenti su di me, e posso dire che il latte mi provoca(va) non poca acidità...e poi di questa stagione la frutta è così golosa che una colazione così non può che trasformarso in una ghiottoneria!

Comunque da quando girovago per il mondo dei foodblog, ho scoperto che tantissima gente si interessa e si alimenta secondo il principio che "noi siamo quello che mangiamo" e che il cibo ha un diretto influsso sulla nostra salute.. Avrò quindi scoperto l'acqua calda... ma sono lieta di esserci arrivata anche io! :)

sabato 17 luglio 2010

sempre in ritardo...


Dopo aver letto e riletto il libro del cavolo e pensato se partecipare all'omonima festa... beh sono arrivata in ritardo.. ho aperto il blog tardi e ho cucinato tardi... però ci tenevo a postare questa rivisitazione del favoloso polpo alla galiena.. soprattutto perchè non conoscevo il procedimento di far cuocere il polpo nel suo brodo,ma d'ora in avanti lo userò sempre, anche perchè persino il trio medusa ha detto che è l'unico modo sicuro per ottenere un polpo tenero... altro che tappo di sughero!

ed ecco quindi la mia ricetta vecchia e nuova

SFORMATO DI POLPO E PATATE CON OLIVE TAGGIASCHE

questa è una versione che ho visto proporre in diversi ristorantini liguri... niente di nuovo quindi, ma trovo che sia un modo gustoso e ad effetto di servire la solita .. insalata :)

Ingredienti per 4 persone

1 polpo congelato da almeno 1,2 kg
6 patate di media grandezza
olive taggiasche
olio
1 limone e mezzo
salvia
pepe q.b.

Prendere 4 o 5 foglioline di salvia e disporle in una casseruola senza nulla (se non vi fidate comprate il libro del cavolo!)adagiate il polpo lavato, aggiungete mezzo limone tagliato a spicchi e accendete il fuoco (per me fiamma media a fuoco medio). Il polpo rilascerà parecchia acqua e dopo una quarantina di minuti sarà pronto...Io consiglio di fare il polpo la sera prima, in modo da condirlo con limone e olio e lasciarlo insaporire per bene, altrimenti si può fare tutto lo stesso giorno... magari un paio d'ore prima.. A qualsiasi ora lo si prepari, il polpo va tagliato a tocchetti una volta pronto e condito con olio, limone e sale. Fatto questo, sbucciate le patate e fatele cuocere in pentola a pressione per almeno 20 min dal fischio... Se la pentola a pressione non vi piace, potete tranquillamente cuocere le patate normalmente, la consistenza però deve essere piuttosto morbida, quindi considerate un tempo di cottura piuttosto lungo..
una volta cotte le patate, mettetele in una cocotte dalla forma cilindrica (o ovale, o come preferite, basta che teniate conto della sformatura :) schiacciate grossolanamente le patate e aggiungete il polpo condito, le olive e pepe a piacere. Mescolate bene e compattate il tutto nella cocotte avendo cura di schiacciare bene in modo da non lasciare buchi... a questo punto il tutto va in frigo per almeno 3 ore... Per sformare lo sformato (:)) dovrete semplicemente passare col coltello i bordi della cocotte fredda e capovolgere il tutto dando qualche colpetto energico.. Aggiungere un filo d'olio e 2 olivette a guarnizione e servire

Nota mia: chi vuole può aggiungere aglio e prezzemolo alle patate. A casa mia non si usano per problemi di gusto e abitudine :)

giovedì 15 luglio 2010

il "non-falafel" alla soia


L'altro giorno spulciavo sul sito di lifegate per vedere le ultime novità e mi è caduto l'occhio sulla ricetta dei falafel nella loro sezione ricette etniche.. A parte che radio lifegate è forse la radio da sottofondo migliore che ci sia, ma anche le loro rubriche alimentari sono sempre molto interessanti... si però come fai a fare i falafel se in casa non hai fave o ceci, aglio e cipolle e coriandolo? Beh ho una collega che sostiene che i nati dell'acquario si contraddistinguono per la loro estrosità in tutti i campi e per la capacità di risolvere in modo creativo (e un pò sconclusionato, aggiungerei io :)) tutti i problemi ... e quindi per tutti i nati dell'acquario e non, sprovvisti di fave e ceci ma desiderosi di falafel... beh fateli con la soia edamame.... Questa specie di eresia mi è venuta in mente perchè in casa non mancano mai, da quando li ho scovati nel banco dei surgelati... e non voglio sentire che i surgelati sono l'anti verdura del food blogger... io i surgelati li uso, congelo pressochè qualsiasi cosa e ringrazio quotidianamente l'inventore del freezer che mi risolve un sacco di problemi ... e quindi torniamo ai falafel di soia edamame... Semplice, ecco la ricetta:


NON-FALAFEL SECONDO ME

prendete una busta di fagioli di soia edamame, fateli cuocere una decina di minuti e versateli nel mixer (o nella ciotola del minipimer... ah, santo minipimer che tutto mi risolvi.... :)) aggiungete della curcuma e del prezzemolo, salate pepate a piacere e lasciate raffreddare... Il composto deve risultare abbastanzo sodo... Normalmente andrebbero aggiunti anche aglio e/o cipolle... io però preferisco la versione "da compagnia", quella che per intenderci non ti impedisce qualsiasi relazione umana subito dopo aver consumato l'amato cibo... Per sopperire alla mancanza di un carattere forte potete aggiungere del piccante, anche se io ho preferito la curcuma che da un bel colore giallo e quel saporino delicato ma speziato..

Insomma alla fine non avrete dei falafel ma delle polpette di soia... però mi piaceva spiegare che il tutto è nato perchè volevo fare altro e la deriva mi ha portato ad ottenere questi..

Fate delle polpette tondeggianti e passatele nel pangrattato o nella mia adorata farina per polenta (l'ho già detto vero che la uso sempre al posto del pan grattato? mi piace di più, niente da fare) ..

a questo punto potrete decidere se cuocere tutto in forno per una ventina di minuti a 180 gradi, oppure se friggere le vostre polpette in abbondante olio caldo... La versione che vi propongo io nell'orrida foto, è al forno, ma anche fritto ha il suo perchè ... specie se all'impasto aggiungete del pecorino e/o delle olive... a questo punto non avrete più neanche un'idea del falafel originale, però sapete che bontà!

martedì 13 luglio 2010

mousse alla stracciatella


Ieri sera il caldo mi stava davvero dando le visioni, e mentre tornavo a casa in bicicletta pensavo "ora mi mangerei un bel gelato" ... però vivo in uno dei posti con il rapporto più alto zanzare/abitante e fermarsi alle 9 di sera lungo il viale alberato equivale a un suicidio.. quindi niente gelato e via di corsa a casa... Però il gelato è una voglia brutta...mmmhh come fare a sopperire? dunque in frigo abbiamo del latte, una confezione di panna da montare comprata per fare non so bene cosa, delle gocce di cioccolato e ... mm agar agar... ne parlano tutti... a me sono venute sempre e solo delle ciofeche però possiamo provare... però solo panna no... e allora? .. ecco!

MOUSSE DI YOGHURT ALLA STRACCIATELLA

Ingredienti:
8 cucchiai di latte
200 ml di panna fresca da montare
125 gr di yoghurt bianco
1 cucchiaio e mezzo di zucchero
3 cucchiaini di agar agar in polvere
gocce di cioccolato congelate
una bacca di vaniglia

Far scaldare in un pentolino il latte e sciogliere i 3 cucchiaini di agar agar... scusate se non riesco a definire il quantitativo, in genere ne vanno circa 5 gr per addensare piuttosto fermamente 500 ml di liquido ... ovviamente la mia pesa non è così accurata, quindi ho fatto svariati esperimenti (le ciofeche di cui sopra) e ho visto che il quantitativo giusto, quando uso liquidi davvero liquidi (tipo latte o caffè) è di circa 3 cucchiaini abbondanti, mentre nel caso di composti con ingredienti più consistenti (come lo yoghurt) bastano 3 cucchiaini scarsi... dipende sempre da che tipo di risultato volete ottenere.. io ero alla ricerca di una consistenza abbastanza ferma..
Ma ritornando alla ricetta... fate sobbollire l'agar agar per 10 secondi rimescolando bene con le fruste e aggiungere il vasetto di yoghurt. Continuate a mescolare per 5 secondi e togliete dal fuoco e aggiungete i semini di una bacca di vaniglia (o di estratto di vaniglia, se lo avete, altrimenti potete optare per uno yoghrt alla vaniglia direttamente... proprio in casi estremi da disperazione..). Intanto montate leggermente la panna con lo zucchero e aggiungerla al composto di yoghurt e agar agar, mescolate vigorosamente con la frusta in modo da impedire la formazione di grumi... in inverno questo procedimento va fatto velocemente, perchè appena la temperatura del composto scende, l'agar agar inizia a solidificare, ma con questi caldi potete prendervela comoda... :)
lasciar raffreddare 2 minuti e versare le gocce di cioccolato congelate! mescolare bene e versare il composto in uno stampo unico o in 5 o 6 stampini individuali. Mettere in frigo almeno 3 ore e servite fresco...

solo 2 note aggiuntive a questa ricetta.. La consistenza della mousse può essere più o meno "spugnosa" a seconda di quanto monterete la panna e quanto agar agar utilizzerete... la mia cavia preferita avrebbe preferito una versione un pochino più compatta, quindi la prossima volta sperimenterò questa ricetta, partendo però dal procedimento della panna cotta, quindi far cuocere la panna con la vaniglia, aggiungere l'agar agar, lo yoghurt e il cioccolato... questo dovrebbe garantire una consistenza meno "soffice"

Il fatto di montare la panna "poco" ovvero senza arrivare ad avere l'effetto "ti capovolgo ma non cadi" :), è una cosa che ho visto fare da Tuki per questo ... mi piaceva l'idea e ho voluto provare... in effetti si ottiene un livello di areazione intermedio che va molto bene per delle mousse che devono restare un pochino più compatte..
Il fatto di congelare le gocce di cioccolato è invece un trucchetto che ho imparato lavorando con la macchina del pane e gli impasti caldi... non so più dove l'ho letto e non saprei più attribuire la paternità (o maternità) di questo tip, però funziona... il cioccolato congelato non si squaglia subito, e resiste meglio al calore, senza dare quell'effetto di pastone marrone a tutto il composto...

Penso sia tutto... la ricetta in sè vi richiederà 10 minuti complessivi di lavoro ... ci va più tempo a leggere il post :)

giovedì 8 luglio 2010

Parmigiana remastered ... ?


L’altro giorno girovagando tra i vari blog, sono incappata in quello di Dario Bressanini, che parlava di antocianine… Nel suo post si utilizzava il cavolo rosso come esempio, ma io preferisco decisamente il … RISO VENERE!

5 anni fa, quando ho iniziato a lavorare col riso, ho scoperto questo riso particolare e ho imparato ad amarlo… Grazie alla moda e a cuochi lungimiranti che hanno iniziato a promuoverlo, ora non è più un ingrediente sconosciuto, ma molto di sbagliato ho visto in giro nella rete…

Il riso venere è un riso integrale che esiste in commercio in 2 forme : semigreggio (quindi semplicemente decorticato) e semigreggio parboiled.

Entrambe le tipologie sono integrali (quindi la lavorazione è semplicemente a un primo stadio e il riso mantiene la “pellicina” esterna ricca di fibra) ma la variante parboiled ha un tempo di cottura dimezzato (20-25 min).

Per mio gusto, prediligo la versione non parboiled, anche se cuoce in 45 min! ma anche la versione parboiled va benone..io la trovo meno profumata, ma tant’è…


IL RISO VENERE E' PROFUMATO E NON E' PARAGONABILE AD ALTRI RISI NERI IN COMMERCIO! Questo lo dico solo perchè esistono altri risi neri in commercio come il nerone e l'otallo che pur essendo neri, non hanno le stesse caratterisitche aromatiche del venere.. Il riso venere ha una filiera protetta e garantita e tutte le confezioni che sono in vendita, devono riportare il numero di registrazione alla filiera, che è garanzia della sua autenticità...

Comunque tornando al punto.. il riso venere è uno spettacolo! Da un punto di vista nutritivo, è un vero super alimento, ricco di ferro e selenio, in più il riso integrale è una fonte di zuccheri a lento assorbimento, utile per chi è a dieta o per chi ha problemi gi elevata glicemia.. Insomma, non dico di mangiare solo venere, ma questo riso ha una marcia in più… specie se ci abbinate 2 delle cose che secondo me ci stanno meglio: Melanzane e Basilico!

Ecco quindi una ricetta che trae libera ispirazione da un piatto dello chef Cristian Costardi del ristorante Cinzia di Vercelli, la parmigiana di melanzane al riso venere, qui modificata per ottenere:


MELANZANE RIPIENE AL RISO VENERE E MOZZARELLA DI BUFALA


Ingredienti per 4 persone

300 gr. Di riso venere integrale

2 melanzane nere di medie dimensioni

150 gr. mozzarella di bufala

Una confezione di passata di pomodoro

Abbondante parmigiano grattuggiato

5-6 foglioline di basilico

Sale

Zucchero


Mettete a bollire in abbondante acqua salata il riso venere e lasciate cuocere per almeno 40 min.

In una padella antiaderente scaldare un po’ di olio EVO e versare la polpa di pomodoro (io non aggiungo ne cipolla ne aglio, perché mi piace che si senta solo l’aroma del basilico e del pomodoro, ma ognuno è libero di fare soffritti con qualsivoglia ortaggio J) aggiustare di sale, aggiungere il basilico e un pizzico di zucchero e lasciar cuocere a fuoco lento per almeno mezz’ora… il sugo deve essere abbastanza ristretto, quindi tenetene conto nella gestione delle aggiunte di liquidi durante la cottura.

Nel frattempo prendete le melanzane, eliminate il “cappello”, gettatele nella stessa pentola del riso venere e fatele bollire da una parte e dall’altra, girandole di tanto in tanto, per circa 10-15 min…

Tirate via le melanzane e tagliatele a metà per il lungo. A questo punto dovreste togliere la parte rimasta dura della melanzana in modo da ottenere dei contenitori con la buccia e circa 1 cm di polpa morbida, lasciate da parte.

Scolate il riso venere, tagliate la mozzarella a pezzetti, grattugiate il parmigiano e iniziate ad assemblare il vostro piatto:

prendere una mezza melanzana, ungerla di olio, mettere una cucchiata di venere e distribuirla sul fondo in modo uniforme, mettere 2 strisce di mozzarella di bufala e un cucchiaio scarso di passata di pomodoro, ricoprire con del riso venere, compattare bene la superficie, mettere ancora un po’ di pomodoro, cospargere di abbondante parmigiano… et voilà..

Informate le 4 parti di melanzane in una pirofila unta con poco olio EVO a 180 gradi per circa 20 min o finche il formaggio non sarà perfettamente gratinato, sfornare e servire dando il tempo alla melanzana di passare dallo stato di incandescenza pura a quello del piacevole tepore …


Almeno per quanto mi riguarda, questa cosa crea dipendenza ... Poi non ditemi che non vi avevo avvertito! :)

giovedì 1 luglio 2010

La quinoa è uno spinacio...


Circa un anno fa cercavo una ricetta per un cheescake e mi sono imbattuta nel blog del cavoletto...è stato amore a prima vista, ma davvero una persona può creare qualcosa di così ... così ... boh, cavolettiano?
Poi dai links del blog di Sigrid ho scoperto che un sacco di gente condivide questo mondo... E cos' spinta dal mio amore per il cibo e la cucina ho iniziato a curiosare in modo silente per tutti questi piccoli mondi, ho cucinato un sacco, scoperto tantissime cose nuove e ingredienti fino a qualche tempo fa sconosciuti e poi? ... beh poi mi sono imbattuta nella quinoa, negli scritti del dott. Berrino e della dieta tipo del progetto DIANA... e da lì ho iniziato a interessarmi ancora di più a nuovi ingredienti e al modo di cucinarli per stare meglio.. e funziona!

e così, presa dell'entusiasmo del momento ho deciso di provare anche io a lanciarmi in questa nuova esperienza, speriamo in bene :)

Il blog è dedicato al riso, perchè oltre ad essere uno dei miei alimenti preferiti, è anche la cosa che mi da da mangiare (ci lavoro), quindi spero di non essere troppo monotematica ma temo che il riso affollerà queste pagine :)

il primo post è dedicato alla quinoa, perchè questa ricetta unisce: Sigrid da cui ho tratto ispirazione (ma come faccio a mettere il link alla sua ricetta? uff ah così ), mia nonna che faceva sempre frittelle con tutto, soprattutto con cereali e zucchine e gli ingredienti naturali. Ma soprattutto, questa è la prima ricetta con un alimento tipico della macrobiotica, che sono riuscita a far mangiare al mio ragazzo! e quindi si festeggia con:

Polpette di quinoa e zucchine con mozzarella e alici

ingredienti:
100 gr di quinoa bollita
farina per polenta taragna
3 zucchine
1 uovo medio
50 gr di parmigiano
100 gr di mozzarella di bufala
alici sott'olio
basilico
buccia di limone grattuggiato
pepe e sale a piacere
olio per friggere (io ho usato l'olio di semi di girasole)

Prima di essere cucinata, la quinoa va sciacquata molto bene sotto acqua corrente... lo so che si legge su tutti i blog ma tant'è..Fate bollire la quinoa in circa 200 ml di acqua fino a che i chicchi non si "aprono" e non si vede una parte bianca tipo pellicina.. Mettete da parte il pentolino e lasciate raffreddare. Nel frattempo mettete le zucchine lavate a cuocere in pentola a pressione (10 min dal fischio della pentola) oppure cuocetele a vapore, grattuggiate il parmigiano, tagliate la mozzarella e le alici a tocchetti, grattuggiate la buccia del limone e sminuzzate il basilico.
Quando le zucchine saranno pronte, tiratele fuori dalla pentola a pressione (o dalla vaporiera o dalla pentola che avete usato :)) schiacciatele con una forchetta a mo' di purea e unitele alla quinoa. Aggiungere anche l'uovo, il parmigiano, la buccia grattuggiata del limone e il basilico tritato regolate di sale e pepe e mescolare bene... a questo punto dovrete aggiungere della farina per polenta all'impasto che sarà bello molle... non abbiate paura, io ho dovuto aggiungerne 3 cucchiai abbondanti per ottenere una consostenza abbastanza asciutta da fare polpette :).

Mentre questo pastone si insaporisce, versate l'olio in una pentola capiente (suggerisco a chi ne è provvisto, di usare la wok... funziona a meraviglia) e iniziare ad assemblare le polpette mettendo una cucchiata scarsa di composto in mano, scavandoci un buchino in cui metterete un dado di mozzarella e un pezzetto di alice, chiudere bene e passare nella farina per polenta (io uso sempre la farina per polenta taragna al posto del pan grattato, il risultato è croccante e prende quel gusto di polenta che mi piace tanto... chi vuole può ovviamente usare il pan grattato)

Friggere le polpettine e servire calde... sono una vera delizia... non molto macrobiotica visto che prevedono formaggio e fritto, ma sicuramente vi risolvono una serata o un pic nic con amici :)

La foto la metto, anche se ho fin vergogna... e chi si immaginava fosse tanto difficile?? :)